Accantonata l’uscita dall’Ue e dall’euro, i sovranisti europei puntano alla nascita di un gruppo unico al Parlamento europeo. Marine Le Pen la chiama “Unione dei patrioti europei”, la cui nascita è sancita da un manifesto firmato anche da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, rispettivamente per Fratelli d’Italia e Lega, oltre che da Viktor Orban, Jaroslaw Kaczynski, Santiago Abascal e altre dieci forze politiche europee. Nel documento non si parla di uscire dall’Europa, ma è una dichiarazione comune sul futuro dell’Ue, a cui va dato un indirizzo diverso rispetto «al percorso federalista che la allontana inesorabilmente dai popoli che sono il cuore vibrante della nostra civiltà». Il manifesto è stato firmato dai partiti e responsabili politici che nei propri Paesi sono «forze dominanti o in ascesa, e presto maggioritarie grazie alla volontà popolare», scrive la leader del Rassemblement national.



L’obiettivo è difendere l’idea di una Europa «rispettosa dei popoli e delle nazioni libere». Per i firmatari, inoltre, è inaccettabile che «i popoli siano sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana».

IL MANIFESTO FIRMATO DA SALVINI E MELONI

I temi affrontati sono, dunque, quelli cari ai partiti sovranisti, d’altra parte sparisce la retorica dell’uscita dall’Ue e dall’euro. Perché non si vuole distruggere l’Europa, ma riformarla. Per Marine Le Pen questo accordo rappresenta il primo passo verso la nascita di una grande alleanza al Parlamento europeo. «Le nazioni si sentono lentamente spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani», si legge nel manifesto. Le strutture politiche e le leggi hanno creato un «Superstato europeo», che però è «una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza». Il documento, che è stato firmato anche da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, parla di un «iperattivismo moralista» che ha contribuito «allo sviluppo di una pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico». La cooperazione tra gli Stati, invece, dovrebbe basarsi sulle tradizioni, il rispetto delle culture e delle diverse storie, «sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa». L’unità fondamentale è la famiglia, quindi una politica a suo favore «dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa».



CHI FA PARTE DELL’ALLEANZA SOVRANISTA

La nascita di questa alleanza porterà ad un gruppo parlamentare sovranista che potrebbe contare su 115 deputati a Strasburgo. Così diventerebbe il terzo gruppo dopo popolari e social-democratici. C’è l’Italia con Lega e Fratelli d’Italia, Austria (Fpoe), ma anche Belgio (Vlaams Belang), Spagna (Vox), Paesi Bassi (JA21), Francia (Rassemblement National), Polonia (Diritto e giustizia), Ungheria (Fidesz), Grecia (Soluzione ellenica), Finlandia (i Finlandesi). Il manifesto è radicalmente lontano da ciò che rappresenta l’Ue, che per i sovranisti «sta diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare una trasformazione culturale e religiosa, per arrivare alla costruzione di un’Europa senza nazioni». Non manca un attacco all’Ue: «Attraverso una costante reinterpretazione dei trattati da parte delle istituzioni dell’Unione europea negli ultimi decenni» le competenze nazionali sono state ridotte e aggirate, pertanto serve «un insieme di competenze inviolabili degli Stati membri dell’Unione europea, e un meccanismo appropriato per la loro protezione, con la partecipazione delle corti costituzionali nazionali o di organismi equivalenti».