Quando solitamente si parla di referendum il concetto di quorum si affianca naturalmente. Si intende la quota minima, calcolata numericamente o in percentuale, dei voti espressi o dei votanti, che viene richiesta affinché la consultazione referendaria sia valida. Sostanzialmente il quorum dipende dalla tipologia del referendum. Se confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, non è fondamentale, quindi si procede al conteggio dei voti validi che vengono espressi anche se hanno partecipato meno della metà degli aventi diritto.



Discorso diverso per il referendum abrogativo, perché è la stessa legge che prevede espressamente qual è il quorum necessario per essere considerato valido. Pertanto, il quorum, traducibile col concetto di numero minimo di elettori che devono partecipare alla votazione affinché il referendum sia valido, quindi idoneo ad abrogare la norma oggetto del quesito, è dato dalla maggioranza degli aventi diritto. Inoltre, va raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. (agg. di Silvana Palazzo)



DIRETTA Referendum Giustizia – 5 quesiti Referendum: quali sono – Come si vota – LIVE Elezioni 2022: dati Comunali in tempo reale

COS’È IL QUORUM, A COSA SERVE PER IL REFERENDUM GIUSTIZIA: PERCHÈ È COSì IMPORTANTE?

Con i referendum sulla giustizia del 12 giugno 2022 torna protagonista il quorum, elemento decisivo prima dei risultati, proprio perché senza di esso non sono validi. Il termine, di chiara provenienza latina, deriva dalla frase «quorum maxima pars». Si tratta del quoziente, in numeri o in percentuale, dei voti espressi o dei votanti, richiesto perché una elezione o una delibera sia valida. Un referendum viene considerato valido solo se raggiunge il quorum della maggioranza, che corrisponde al 50% più uno dei votanti. Nel caso dei referendum abrogativi, come quelli per i quali si va a votare oggi, sono disciplinati dall’articolo 75 della Costituzione.



«La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi». Quindi, se non viene raggiunto, la votazione non ha alcun effetto sulla legislazione. Dal 1946 ad oggi è stato raggiunto in 39 quesiti referendari su 67. Ma dal 1997 ad oggi non è stato quasi mai raggiunto. Fa eccezione, infatti, il 2011. Alcuni hanno segnato la storia del nostro Paese, come quello sul divorzio e sull’aborto, con percentuali altissime di affluenza: 79,4% l’aborto e 87,7% il divorzio.

REFERENDUM GIUSTIZIA, QUANTI ELETTORI SERVONO PER RAGGIUNGERE QUORUM

Alla luce del fatto che i referendum sono abrogativi, quindi non confermativi, e quindi serve raggiungere il quorum affinché i risultati siano validi, è necessario che si rechino alle urne quasi 26 milioni di persone. Ma il quorum va calcolato singolarmente per ognuno dei 5 quesiti referendari. Quindi, può essere raggiunto per tutti e cinque, per alcuni sì e altri no o per nessuno. Generalmente, è più facile che sia raggiunti per tutti o per nessuno.

Quindi, se il quorum viene raggiunto solo per alcuni, allora solo quelli sono validi. I sondaggi delle ultime settimane hanno evidenziato che il raggiungimento del quorum potrebbe essere difficile, anche perché i comuni in cui si vota contemporaneamente per le amministrative sono poco meno di mille, e non ci sono neppure grandi capoluoghi coinvolti. Dunque, la stima è che la partecipazione sia intorno al 30%, lontana dal 50% più uno richiesto dalla Costituzione. Tra le ragioni non solo tecnicalità dei quesiti, ma anche il disinteresse consapevole di alcune forze politiche che piuttosto che argomentale le loro ragioni hanno fatto cadere un velo di silenzio puntando sul mancato raggiungimento del quorum.