Cos’è The Mozart effect? Se ne parla nella puntata de Le Iene nel servizio di Sebastian Gazzarrini con la partecipazione del direttore d’orchestra Beppe Vessicchio. The Mozart effect è il fenomeno generato dalla musica del compositore nella produzione di vino. Stando ad alcuni studi americani, infatti, la musica del celebre compositore e musicista austriaco migliorerebbe la qualità del vino e non solo. In America, infatti, alcuni studi hanno registrato come la crescita di produzione del latte da parte della vacca che ascolta la musica di Mozart è superiore rispetto all’animale non sottoposto al medesimo ascolto.
Seguendo lo stesso identico principio, il direttore d’orchestra Beppe Vessicchio sostiene che un vino esposto alla musica armonica cambierebbe sapore, odore e colore. “Mozart è l’origine di queste scoperte, sono decine d’anni che gli studiosi delle università americane osservano i fenomeni generati dalla musica del compositore. Ho trovato in Penny Lane dei The Beatles uno dei brani giusti. Ti sembrerà di bere un vino che ha una maggiore maturazione, non ha picchi, è più morbido e sicuramente acquista in piacevolezza”.
The Mozart effect a Le Iene: la musica di Mozart benefici sulla produzione di vino
A Le Iene si parla del The Mozart effect. Per l’occasione, l’inviato Sebastian Gazzarrini ha chiamato 4 sommelier di fama internazionale, riconosciuti come massimi professionisti in materia per comprendere se l’ascolto della musica del sommo compositore austriaco possa davvero migliorare l’armonizzazione del vino. In realtà anche Carlo Cignozzi, avvocato milanese amico di Oliviero Toscani e di Giuliano Pisapia, nei primi anni 2000 ha comunicato ad utilizzare la musica di Mozart al Paradiso di Frassina, una tenuta nei pressi di Montalcino. Cignozzi ha raccontato al Corriere: “entrai nel podere con il Requiem sparato a tutto volume dalle casse dell’autoradio ed ebbi l’intuizione” arrivando anni dopo a firmare un protocollo con la facoltà di agraria dell’Università di Firenze: “studiano in laboratorio gli effetti delle basse frequenze, intorno ai 40 hertz, sulla sensibilità e la neurologia vegetale”.
Un esperimento che ha dato delle risposte positive come sottolinea Cignozzi: “dopo tre anni, foglie più larghe, spesse e verdi. Accelerano il metabolismo, la fotosintesi e lo scambio di ioni. Maturazione precoce, in anticipo di un paio di settimane sulle prime gelate. Moderata acidità, più zuccheri e polifenoli”.