LA RICONCILIAZIONE TRA LA CHIESA E IL CANADA: L’AVVIO DECISIVO CON PAPA FRANCESCO

«Ho preso schiaffi in Canada ma bisognava metterci la faccia per gli errori commessi dalla Chiesa»: così Papa Francesco raccontava un anno fa il suo viaggio apostolico in Nord America nel luglio 2022. Le forti accuse dei nativi canadesi contro i soprusi patiti anche sotto la Chiesa Cattolica negli scorsi secoli e pure lo scandalo degli abusi avvenuti in strutture ecclesiastiche nel Novecento: di questo il Papa ha dovuto e voluto chiedere umili scuse durante lo storico viaggio in Canada un anno fa.



Oggi è il quotidiano “La Croix” a provare a tracciare un primo bilancio dell’avvio di questa riconciliazione avvenuta grazie al perdono pubblico richiesto da Papa Francesco: «Sono affranto. Chiedo perdono, in particolare, per il modo in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno collaborato, anche con l’indifferenza, a questi progetti di distruzione culturale e di assimilazione forzata da parte dei governi dell’epoca», così il Santo Padre implorava il perdono davanti agli eredi della vittime degli abusi perpetrati nelle ex scuole residenziali per aborigeni gestite dalla Chiesa cattolica canadese. Presunti maltrattamenti, violenze sessuali, abusi spirituali e psicologici: il Canada continua anche col Governo Trudeau ad accusare la Chiesa Cattolica per gli scandali avvenuti su circa 150.000 bambini aborigeni tra il 1831 e il 1996. La Conferenza canadese dei vescovi cattolici (CCCB) dopo un anno dalla visita di Bergoglio riconosce il grande abbrivio dato dal Papa alla riconciliazione sociale e nazionale.



DAL CANADA OLTRE IL PAPA: I PASSI CONCRETI PER UNA VERA RICONCILIAZIONE

«Il lavoro deve continuare», raccomandano i vescovi cattolici in ben 4 lettere pastorali indirizzate ai popoli First Nations, Inuit e Métis e, più in generale, al «Popolo di Dio»: 50 progetti in questi anni sono stati avviati dalla Chiesa per intavolare concreti passi di riconciliazione con le comunità native, e non solo. Phil Fontaine, ex capo nazionale dell’Assemblea delle Prime Nazioni e vittima traumatica di una scuola residenziale gestita dalla Chiesa, ha dichiarato alla CBC che le scuse di Papa Francesco «sono state importanti nel processo di riconciliazione. Ma la richiesta di perdono è solo una parte del cammino che la Chiesa deve percorrere».



Se è vero che l’accoglienza del Canada alla visita di Papa Francesco un anno fa aveva visto sentimenti contrastanti tra la popolazione, i capi tribù dei nativi aborigeni e il Governo Trudeau, sono state le azioni concrete compiute dalla Chiesa nei mesi successivi a dare forma alle promesse fatte dal Vaticano: «Va ricordato che la visita del Papa ha ricevuto un’accoglienza estremamente contrastante da parte degli abitanti della città… È stata accolta con un bilancio molto critico, con alcuni che ritenevano che si trattasse solo di parole a cui non sarebbero seguiti i fatti», racconta al quotidiano francese “Le Croix” Jean-François Roussel, professore all’Università di Montreal (Quebec). A marzo 2023 i dicasteri vaticani per la cultura, l’educazione e per lo sviluppo umano integrale hanno pubblicato una nota sulla revisione netta della “dottrina della scoperta”: in essa la Chiesa Cattolica ufficialmente rinosceva per la prima volta come le bolle papali che dichiaravano in passato le terre scoperte dai coloni europei “terra nullius”, «non fanno parte degli insegnamenti della Chiesa». Sempre secondo lo studioso di questioni aborigene, tale mossa della Chiesa «Era una richiesta di lunga data delle popolazioni aborigene e questo annuncio è stato accolto molto bene in Canada». Di lavoro ancora ve ne sarà molto, conclude Roussel, ma è certamente positivo «l’inizio di mentalità oggi nell’episcopato canadese», come dimostra il fatto che in Canada «cominciano a essere espresse richieste di restituzione di terre per edifici ecclesiastici costruiti nelle riserve aborigene».