Così parlò Bellavista, l’opera prima di Luciano De Crescenzo divenuta un cult: un romanzo che ha rivoluzionato il corso della letteratura italiana. Pubblicato per la prima volta nel 1977 dalla casa editrice Arnoldo Mondadori, il romanzo ha come protagonista il professor Gennaro Bellavista ed è una descrizione straordinaria della città di Napoli e di tutti i suoi aspetti. Al fianco del professore troviamo l’ingegner De Crescenzo, il vice-sostituto portiere Salvtore, il poeta Luigino e il dottor Vincenzo Palluotto. De Crescenzo nell’introduzione del libro racconta di essere stato ispirato dalla visita di alcuni amici del nord Italia e il suo racconto, dopo più di 40 anni, continua a sprigionare una forza dirompente anche grazie alla sua sagacia filosofica. Un piccola classico della letteratura partenopea amato da tutti e ricordato in queste ore dopo la morte dell’autore



COSI’ PARLO’ BELLAVISTA, IL FILM

Il grande successo letterario di Così parlò Bellavista ha permesso al romanzo di Luciano De Crescenzo di tramutarsi in un film: diretto e sceneggiato dallo stesso autore, è uscito in sala nel 1984 ed ha ottenuto un buon riscontro di critica e di pubblico. De Crescenzo, anche attore nei panni del professore Gennaro Bellavista, ha potuto contare su un ottimo cast: da Renato Scarpa a Giovanni Attanasio, passando per Luigi Uzzo e Benedetto Casillo, fino a Tommaso Bianco e Isa Danieli. La pellicola ha raccolto quattro premi: due David di Donatello e due Nastri d’Argento, entrambi per il miglior regista esordiente (a De Crescenzo) e per la miglior attrice non protagonista (a Marina Confalone). Un anno più tardi De Crescenzo ha girato anche il suo seguito, Il mistero di Bellavista: anche in questa occasione l’autore novantenne ha firmato il soggetto e la sceneggiatura, oltre a prestare il volto a Gennaro Bellavista.



COSI’ PARLO’ BELLAVISTA, IL CAPOLAVORO DI LUCIANO DE CRESCENZO

Romanzo, film ma anche opera di teatro: a 34 anni di distanza dalla sua uscita al cinema, Così parlò Bellavista è diventata un’opera teatrale. La prima risale a un anno fa al San Carlo di Napoli, città che ha dato i natali al suo autore Luciano De Crescenzo. Intervistato da Repubblica, lo scrittore ha spiegato come questa evoluzione della sua opera sia un po’ come un padre che vede suo figlio crescere e andare via da casa. E la città partenopea resta sempre centrale, come dicevamo: «Una copia di Napoli non potrà mai esistere, per questo è l’ultima speranza che abbiamo». E nel giorno della scomparsa di De Crescenzo non è un caso che una delle frasi più circolate sui social è una massima della celebra opere: «E per l’occasione permettetemi di dedicarvi questo pensiero poetico. Mettiteve ‘a llà. San Genna’, non ti crucciare, tu lo sai ti voglio bene. Ma ‘na finta ‘e Maradona squaglia ‘o sanghe dint’ ‘e vvene! E chest’è».

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