La morte di Cosimo di Lauro è al momento ancora avvolta nel mistero di una riservatezza ben comprensibile per il decesso di un esponente così importante della camorra che avviene in regime di carcere duro. Ma quello delle circostanze della morte non è l’unico mistero che avvolge gli ultimi anni di vita di Cosimo di Lauro. La salute mentale di Cosimo di Lauro è infatti oggetto di accanita “discussione” giudiziaria da diversi anni. Lo stato di salute mentale di Di Lauro sarebbe stato compromesso da tempo – secondo quanto riporta Il Mattino. Per i suoi legali era ormai diventato impossibile rapportarsi con Cosimo di Lauro, che rifiutava di partecipare agli incontri e non accettava le notifiche.



Gli avvocati, in più occasioni, hanno chiesto all’autorità giudiziaria di disporre una perizia finalizzata a valutare la sua capacità di intendere e di volere, ma le istanze sarebbero sempre state rigettate. In tutti i processi che si sono celebrati dal 2005 in poi i difensori di Cosimo di Lauro hanno chiesto di verificare la capacità dell’imputato di intendere e di volere e la capacità di stare in giudizio, ma la richiesta della difesa non sarebbe approdata a nulla, sebbene dal 2007 Cosimo presentasse – come riportato da relazioni mediche agli atti – segni di instabilità mentale: pseudo-allucinazioni uditive, reazione depressiva ansiosa e turbe del sonno.



Cosimo di Lauro è morto

Cosimo Di Lauro, boss della camorra, è morto. All’età di 48 anni, Di Lauro si è spento questa mattina a Milano, in carcere. Di Lauro, figlio di Paolo detto Ciruzzo ‘O Milionario, era detenuto proprio nel carcere di Milano sotto il 41Bis. L’uomo era stato arrestato nel 2005. Era stato uno dei “protagonisti” della prima faida di Scampia tra i Di Lauro e gli “scissionisti”, che aveva portato ad oltre 60 omicidi nel 2004 e nel 2005. A diffondere la notizia della morte del boss è stato l’avvocato difensore del boss. Il legale, Saverio Senese, ha reso nota la comunicazione arrivata dalla direzione del carcere: “Il suo assistito è deceduto alle ore 7,10”. Al momento non sono note le cause del decesso ma i legali di Di Lauro avevano chiesto verifiche mediche in più occasioni, soprattutto perizie psichiatriche.



Il boss prese il controllo del clan in assenza del padre, latitante per reati di camorra. Cosimo centralizzò lo spaccio di droga, gestita come una rete in cui gli spacciatori pagavano ai Di Lauro una tassa per acquistare la droga da loro e gestire il proprio traffico. Dopo aver preso nelle proprie mani il clan, il boss fece uccidere i più anziani e li sostituì con con giovani presi dalla strada.

Chi era Cosimo Di Lauro

Nel 2004 Cosimo Di Lauro fu uno dei protagonisti attivi della cosiddetta “Faida di Scampia”. Uno dei più importanti luogotenti, Raffaele Amato, contestò le nuove regole del clan e fuggì in Spagna, da dove organizzò una rivolta contro i suoi ex capi. Il gruppo, che prese così il nome di “scissionisti”, cominciò una vera e propria guerra che portò all’uccisione di due fedelissimi di Cosimo Di Lauro, Fulvio Montanino e Claudio Salerno, freddati il 28 ottobre 2004. Tre giorni dopo il funerale, furono arrestati due uomini che stavano progettando una risposta all’agguato subito al clan Di Lauro.

La faida di Scampia ha provocato la morte di oltre 60 persone, uccise nel 2004 e nel 2005. Le due bande hanno combattuto una guerra talmente brutale che il tutto ha avuto una risonanza mediatica internazionale impressionante nei confronti della camorra. Tutto ciò ha portato all’incarcerazione di tanti capi di camorra, incluso suo padre. Cosimo Di Lauro è stato arrestato il 21 gennaio 2005 a Secondigliano, in un fortino della criminalità organizzata della famiglia. Inizialmente fu condannato a 15 anni di carcere e successivamente all’ergastolo per l’omicidio di Gelsomina Verde. L’uomo ispirò la figura di Genny Savastano in Gomorra.