«Ho portato io Amedeo Franco da Silvio Berlusconi»: ad affermarlo è Cosimo Ferri, esponente di Italia Viva e renziano doc. Come spiega La Verità, l’ex sottosegretario alla Giustizia del Governo Letta – in quota Forza Italia – era presente all’incontro tra Franco ed il Cavaliere. Ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, Ferri ha spiegato: «Io ero assolutamente ignaro della registrazione e non ho notato presenze femminili nei due appuntamenti di Palazzo Grazioli». Giacomo Amadori ha poi chiesto a Ferri perché abbia accompagnato Franco – toga che aveva firmato la sentenza di condanna dell’ex presidente del Consiglio nel caso diritti tv Mediaset – e la risposta è chiara: «Io non avevo grandi rapporti con lui. Abitava vicino al ministero e un giorno lo incrocio. Era un po’ agitato e mi chiede: “Sei in grado di prendermi un appuntamento con Berlusconi visto che sei sottosegretario?”. Mi dice che ci teneva molto a incontrarlo. Gli rispondo affermativamente: “Sì sì, lo prendo, sento”».
COSIMO FERRI: “PORTAI IO AMEDEO FRANCO DA BERLUSCONI”
«Non mi ricordo neanche quanto ci abbia messo a fissare. Ci sono stati due incontri: uno velocissimo e un altro più lungo, dove li ho lasciati lì a parlare tra di loro. In quelle occasioni sono stato quasi spettatore e penso che si capisca dalle registrazioni. Non mi ricordo neanche di essere intervenuto», ha aggiunto Cosimo Ferri ai microfoni de La Verità sugli incontri tra Silvio Berlusconi e Amedeo Franco. L’esponente di Italia Viva ha poi messo in risalto di aver ascoltato solo parte del loro colloquio e di non averlo segnalato a nessuno, nemmeno all’allora ministro Annamaria Cancellieri: «Non ero tenuto a segnalarlo a nessuno, perché non avevo alcun obbligo giuridico non essendo nell’esercizio delle funzioni così come non avevo un obbligo di segnalazione neppure disciplinare». Cosimo Ferri, dunque, ha spiegato di non essere neanche in grado di verificare la veridicità delle sue affermazioni, sottolineando che da un punto di vista giuridico ciò che ha detto Franco «contrastava con il fatto che lui avesse condiviso e firmato la sentenza».