La Cassazione ha deciso di lasciare l’anarchico Alfredo Cospito al 41 bis. Ora bisognerà aspettare le motivazioni della decisione da parte dei giudici della Suprema Corte, ma comunque non sono stati ravvisati vizi nel verdetto del tribunale di sorveglianza. Dopo aver appreso la notizia, i manifestanti del sit-in per Cospito nei pressi della sede della Cassazione hanno urlato: «Saranno responsabili di tutto quello che succederà».
Invece Alfredo Cospito, in sciopero della fame da 4 mesi contro il regime di “carcere duro” (41 bis) ordinato nei suoi confronti, dall’ospedale ha annunciato di non voler più assumere integratori. Inoltre, come riportato dal Corriere della Sera, si è detto convinto che morirà «presto». Alfredo Cospito ha poi auspicato «che qualcuno dopo di me continuerà la lotta» contro il carcere duro. Secondo l’avvocata Caterina Calia del pool difensivo, la decisione della Cassazione «è una condanna a morte». (agg. di Silvana Palazzo)
COSPITO RESTA AL 41 BIS, CASSAZIONE HA RESPINTO RICORSO
Alfredo Cospito deve restare al 41 bis: lo ha deciso la Corte di Cassazione, che ha respinto infatti il ricorso dell’anarchico, in sciopero della fame da tre mesi contro il regime del “carcere duro” ordinato quasi un anno fa nei suoi confronti, e confermato dal tribunale di sorveglianza a dicembre. Una decisione a sorpresa quella della Corte dopo che l’avvocato Flavio Rossi Albertini aveva chiesto la revoca del carcere duro contro appunto la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma.
La decisione è stata presa da cinque giudici, che si sono riuniti in camera di consiglio dalle 10 del mattino, anche contro il parere del procuratore generale Piero Gaeta, che invece aveva chiesto il riesame del tribunale di sorveglianza. Nel frattempo, in strada urlavano «assassini», al culmine di quasi otto ore di presidio. C’erano una cinquantina di anarchici solidali con Alfredo Cospito e striscioni come «Lo Stato tortura, con Alfredo, contro 41 bis e ergastolo» e «Il carcere uccide». (agg. di Silvana Palazzo)
ALFREDO COSPITO, RICORSO CONTRO 41BIS: OGGI DECIDE LA CASSAZIONE
È giunto il giorno atteso da Alfredo Cospito e dalla galassia degli anarchici insurrezionalisti da mesi: oggi la Suprema Corte di Cassazione è chiamata a decidere sul ricorso presentato da leader della Federazione Anarchica Informale (FAI) contro il regime di carcere al 41bis, scelto lo scorso maggio dalla allora Ministro della Giustizia Marta Cartabia. Il lungo “sciopero della fame” iniziato nell’’ottobre 2022 lo ha visto perdere progressivamente circa 45 chili anche se occorre ricordare come la scelta opzionata da Cospito è stata quella di protestare contro lo Stato per il regime del 41bis ricevendo acqua e integratori. L’anarchico è stato trasferito prima dal carcere di Sassari a quello di Opera, dotato di un padiglione Sai (servizio di assistenza sanitaria intensiva), e poi nelle scorse settimane – sempre per motivi di salute – Cospito è stato mandato all’ospedale San Paolo nel reparto di penitenziaria al suo interno.
Le sue condizioni sono stazionarie e proprio in vista della sentenza di oggi della Cassazione, Cospito ha ripreso a prendere alcuni integratori che aveva sospeso a fine gennaio. La Suprema Corte oggi è chiamata a decidere per l’appunto sul ricorso fatto dalla difesa di Alfredo Cospito che chiede di annullare il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza rimandando gli atti come suggerito dal procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta: i giudici ermellini possono accogliere il ricorso rimandando poi la decisione al Tribunale per una nuova udienza oppure respingere il ricorso e far permanere Cospito al 41bis (dove si trova, ricordiamo, in quanto considerato un pericolo per le indicazioni date da dentro il carcere alla galassia anarchica all’esterno come “ispiratore” su atti, attentati e vandalismi). Lo scorso 9 febbraio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ufficialmente respinto l’istanza della difesa, confermando il 41 bis per Cospito: decisione arrivata dopo i pareri della Procura Generale di Torino, contraria alla revoca del ‘carcere duro’, e quello della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che che invece avevano ‘aperto’ alla possibilità del carcere ad Alta Sicurezza annullando il 41bis.
ANARCHICI, COSPITO E LA MINACCIA ALLO STATO: I 4 SCENARI
Nella requisitoria in vista della camera di consiglio di questa mattina in Cassazione, il pg Gaeta ha chiesto di annullare con rinvio per nuovo esame l’ordinanza della Sorveglianza di Roma del 1 dicembre 2022 (che aveva confermato il 41bis per il leader anarchico condannato a 30 anni di carcere per aver commesso attentato contro una caserma di carabinieri e aver gambizzato un manager dell’Ansaldo Energia, Roberto Adinolfi). «Emerge nella motivazione dell’ordinanza impugnata una carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento con l’associazione, che lascia sopravvivere la stigmatizzazione difensiva secondo cui la condizione interclusiva speciale fosse giustificata solo dalla necessità di contenimento dell’estremismo ideologico», scrive il procuratore generale della Cassazione che dunque discosta dal parere del Ministro (e del Governo Meloni che sul caso Cospito ha richiesto fronte comune per opporsi alla minaccia-ricatto degli anarchici insurrezionalisti che da mesi ormai compiono atti dimostrativi contro sedi di rappresentanza italiana all’estero e nel nostro Paese).
Secondo Gaeta, «La verifica su questo punto essenziale non traspare nella motivazione del provvedimento impugnato, ancorché necessaria e non potendo essa evidentemente essere desumibile interamente ed unicamente né dal ruolo apicale di Cospito nell’ambito dell’associazione di appartenenza, né dall’essere egli divenuto ‘punto di riferimento’ dell’anarchismo in ragione dei suoi scritti e delle condanne riportate»; da ultimo, il pg della Cassazione scrive che «risultano invece fondate le censure difensive che denunziano apparenza della motivazione dell’ordinanza impugnata in ordine alla dimostrazione dei ‘collegamenti’ di Cospito con l’organizzazione criminale di appartenenza: e ciò pur nella piena consapevolezza della estrema delicatezza e difficoltà del crinale che il Tribunale di Sorveglianza era chiamato ad attraversare in un’ipotesi ermeneutica del tutto inedita, e quasi di ‘confine’, di possibile applicazione del regime detentivo speciale». Oggi i 5 giudici della Cassazione – a partire dalla presidente del collegio Angela Tardio e dal relatore del caso Gaetano Di Giuro – è chiamata a decidere con l’avvocato della difesa, Flavio Rossi Albertini, che fa sapere «la dilatazione dei tempi della decisione renderebbe incompatibile la stessa con le condizioni di salute del detenuto». Se infatti Cospito dovesse sospendere tutti gli elementi nutrizionali (potassio, sale e zucchero) il decadimento fisico sarebbe a quel punto inevitabile. Sono in tutto 4 le risposte possibili che potrà dare la Cassazione su Cospito:
– ricorso inammissibile, Cospito resta al 41bis
– ricorso ammissibile ma rigettato, Cospito anche qui resta al 41bis
– anomalie nel verdetto del tribunale di sorveglianza, si aprono due strade: 1- tribunale di sorveglianza dovrà pronunciarsi di nuovo sulle ragioni che lo hanno portato ad applicare il 41bis a Cospito; 2- giudici della Cassazione annullano il provvedimento del tribunale di sorveglianza “senza rinvio”. Qui Cospito uscirebbe all’immediato dal 41bis.