Dopo le lettere con i proiettili inviate nei giorni scorsi a tre manager impegnati nel settore della produzione di armi, gli anarco-insurrezionalisti hanno tentato un attentato al tribunale di Pisa con una bomba. È stato lo stesso gruppo di Solidarietà rivoluzionaria. Una mail anonima, diffusa venerdì da un sito d’area già noto per aver raccolto i pizzini spediti da Alfredo Cospito dal carcere. «La notte del 21 febbraio abbiamo collocato un ordigno esplosivo nella porta di servizio del Tribunale di Pisa. Non sappiamo se la deflagrazione sia avvenuta, ma ci teniamo a sottolineare che quest’azione assume un’importanza non da poco: abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire», hanno scritto gli estremisti.
Nella rivendicazione l’ordigno viene descritto come una bomba carta piena di polvere nera con una bombola gas, bottiglia incendiaria con innesco temporizzato. Infatti, due soggetti incappucciati hanno lasciato un petardo senza timer collegato ad una bottiglia con liquido infiammabile, verosimilmente benzina, e una bomboletta da campeggio. Dagli esami effettuati dagli artificieri è emerso che una miccia artigianale era stata accesa davanti ad una porta di legno, ma si sarebbe spenta spontaneamente prima di arrivare a sciogliere l’involucro di plastica.
LA MINACCIA ALL’ANTITERRORISMO “VI MUTILEREMO”
Ora gli investigatori sono sulle tracce dei postini-bombaroli, che hanno forse ignorato la presenza del circuito di videosorveglianza del palazzo e delle molteplici telecamere presenti in centro. Gli stessi anarchici hanno evidenziato: «Non basteranno mai le vostre telecamere e le vostre guardie a setaccio della città a impedire all’azione di penetrare nei vostri palazzi». Anche se la bomba era rudimentale, l’azione non è sottovalutata dalla Digos. Nessuno, dunque, intende prendere sottogamba questa iniziativa. Sono stati fatti pure nomi e cognomi: dal pm Roberto Sparagna all’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia che ha mandato al 41 bis Alfredo Cospito, senza dimenticare le decisioni prese dall’attuale ministro della giustizia Carlo Nordio, che «avranno una importanza storica per la qualità della violenza rivoluzionaria». C’è anche un messaggio per l’Antiterrorismo, con la minaccia di mutilazioni, poi si precisa anche di voler agire con calma. «Non saremo frettolosi. Ma, anzi, cauti e lucidi nell’affinare le nostre tecniche per colpire sempre più forte il potere. Arriviamo. Questa non è una minaccia, ma una promessa che abbiamo fatto anzitutto a noi stessi». Le frasi finali del documento diffuso sono dedicate ad Alfredo Cospito: «Siamo commossi per la tua tenacia, la tua forza e l’amore per la libertà che hai mostrato in tutti questi anni».