Il Tribunale della Sorveglianza di Milano ha respinto la richiesta di differimento della pena agli arresti domiciliari presentata dalla difesa di Alfredo Cospito. Il detenuto dovrà restare in carcere. Le motivazioni del provvedimento, come riportato da Agi, fanno riferimento alla “strumentalità” del suo sciopero della fame che è stata definita come “assolutamente certa” e che “ha dato corso alle patologie oggi presenti”.
L’anarchico, secondo i giudici, sta combattendo la sua battaglia “al fine di provocare gli effetti di un cambiamento a livello giudiziario, politico e legislativo” in relazione al 41 bis da uomo “lucido”. Ciò è dimostrato dal fatto che non presenta “alterazioni né della percezione né acuzie psichiatriche e appare consapevole dei rischi connessi alla prosecuzione del regime dietetico”. Le ragioni del suo digiuno, come dimostra anche il suo proclama a favore dei compagni di 41 bis “vecchi e malati”, sono il “frutto di un ragionamento preordinato e consapevole”.
Cospito, respinta richiesta di arresti domiciliari: le motivazioni
Il Tribunale della Sorveglianza di Milano non ha ritenuto che le condizioni di salute fisiche e psicologiche di Alfredo Cospito siano dunque tali da rendere necessario l’accoglimento della richiesta di arresti domiciliari presentata dalla difesa. Il provvedimento in carcere, infatti, non lede la “dignità” del detenuto, che è “preservata dall’attuale ricovero ospedaliero che è stato disposto proprio per garantirgli il massimo grado di tutela del suo diritto alla salute posto che, solo grazie a tale modalità detentiva, è possibile effettuare il monitoraggio costante delle sue condizioni di salute e garantire così l’immediato intervento del personale sanitario in caso di insorgenza di complicazioni”.
Non risulta inoltre che l’anarchico “sia limitato, se non per le restrizioni connesse al regime speciale nelle relazioni coi familiari attraverso i colloqui visivi, nei colloqui costanti coi difensori, col medico di fiducia e col personale sanitario”, hanno concluso i giudici nelle motivazioni.