ALFREDO COSPITO TRASFERITO DALL’OSPEDALE AL CARCERE DI OPERA
E così dopo solo tre giorni dalla sentenza della Cassazione che lo ha visto respingersi il ricorso contro la detenzione al 41bis, Alfredo Cospito torna nuovamente nel carcere di Opera: fonti del Ministero della Giustizia, confermate dall’avvocato difensore del leader anarchico insurrezionalista Flavio Rossi Albertini, fanno sapere che stamane Cospito è stato dimesso dai medici dell’ospedale San Paolo di Milano dove si trovava ricoverato dallo scorso 11 febbraio per via dello sciopero della fame intrapreso ormai lo scorso fine ottobre 2022 contro proprio il 41bis.
Dimesso questa mattina, Cospito fa così ritorno all’interno del carcere di Opera dove a fine gennaio era stato trasferito dalla Sardegna proprio per poter rimanere al regime del 41bis ma all’interno della struttura SAI (Servizio di assistenza integrata), in pratica il reparto sanitario all’interno del centro di detenzione milanese. Le dimissioni dall’ospedale di San Paolo – dove Alfredo Cospito era comunque situato nell’area dedicata ai 41bis all’interno del reparto di penitenziaria – sono giunte dopo che per diversi giorni, secondo quanto appreso da fonti della difesa, i parametri fisiologici dell’anarchico terrorista si sono mantenuti stabili.
LE CONDIZIONI DI COSPITO E LE MINACCE DEGLI ANARCHICI
«Cospito è stato riportato nel Sai, servizio di assistenza integrata, dell’istituto penitenziario, dove continuerà ad essere assicurata la massima attenzione alle sue condizioni di salute», fanno saper ancora da fonti di Via Arenula all’Adnkronos in merito alle condizioni attuali del detenuto appena trasferito dall’ospedale all’interno del carcere di Opera. Da 4 mesi ormai in sciopero contro il 41bis – solo acqua e qualche integratore gli unici alimentati accettati da Alfredo Cospito – il ricorso alla Cassazione era stato considerato il vero obiettivo per poter vincere la propria battaglia allo Stato.
Persa questa “sfida” e stante le condizioni attualmente stabili, i medici hanno deciso di dimettere il paziente con il via libera delle forze dell’ordine e del Ministero. Non si placano invece le minacce della galassia di anarchici insurrezionalisti che sul destino di Cospito hanno ormai costruito un autentico attacco allo Stato: «Esortiamo a questa campagna di attacco diretto e distruttivo contro lo Stato italiano, nella convinzione che la lotta contro il 41 bis non termina nelle aule dei tribunali e che l’ultima parola non è stata ancora detta», si leggeva giusto ieri sera su diversi siti anarchici in protesta dopo il mancato accoglimento del ricorso in Cassazione. Occorre «sottrarsi dalle piattaforme politiche coercitive e a fare un salto qualitativo verso l’agire violento e distruttivo», concludono le durissime dichiarazioni sui diversi portali filo-anarchici, «che si tratti di attacchi a infrastrutture o a persone di potere, l’urgenza è una sola: dare forma e vita ad una solidarietà internazionale forte e capace di distruggere e terrorizzare gli assassini di Alfredo Cospito e di vendicare la sua morte imminente».