Alfredo Cospito vuole evitare il Tso, ovvero il trattamento sanitario obbligatorio, e nel timore che le sue condizioni di salute peggiorino, l’avvocato Flavio Rossi Albertini ha depositato dinanzi al Tribunale di Sorveglianza di Milano un’istanza di “differimento pena per motivi di salute” con temporanea commutazione dal carcere al 41 bis, contro il quale l’anarchico è in sciopero della fame da 139 giorni, ai domiciliari, che verrebbero scontati a casa della sorella.



Il caso, come riportato da Il Dubbio, verrà dimilanscusso il prossimo 24 marzo, ma al momento sembrerebbe remota l’ipotesi che i giudici accettino di fare uscire Alfredo Cospito dal penitenziario di Milano in cui si trova. Il medico consulente di parte, intanto, ha visitato questa mattina il detenuto e ha descritto un quadro sanitario abbastanza preoccupante. “Ha perso ulteriormente peso, da questo punto di vista la situazione si sta facendo grave. E’ lucido e assolutamente determinato ad andare avanti con lo sciopero della fame rifiutando il potassio ma l’ho informato dei rischi che corre. I parametri sono ancora nella norma ma è necessario un monitoraggio costante”.



Cospito vuole evitare Tso e chiede domiciliari: come sta

Alfredo Cospito sta conducendo il suo sciopero della fame ormai da oltre quattro mesi e le sue condizioni di salute non sono altro che il frutto dell’iniziativa, tanto che ha firmato le disposizioni anticipate di trattamento in cui rifiuta qualsiasi trattamento sanitario anche nel caso in cui dovesse perdere conoscenza. Una volontà che il Comitato nazionale di bioetica, nella maggioranza dei suoi membri, ha tuttavia ritenuto inapplicabile, in quanto derivante da una volontà di ottenere qualcosa in cambio, ovvero la revoca del 41 bis.



“Il medico non è esonerato dal porre in essere tutti quegli interventi atti a salvargli la vita: né
le autorità penitenziarie, né i medici potranno limitarsi a contemplare passivamente la morte del detenuto che digiuna”, hanno deciso gli esperti. Ad avere l’ultima parola sarà comunque il Ministero della Giustizia. Intanto, però, il detenuto ha ricominciato a rifiutare gli integratori e ieri, quando ha provato a bere un po’ d’orzo, si è sentito male. “Alfredo non ha vocazioni suicide. La sua è una lotta per la vita, non per la morte”, ha affermato l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Le sue condizioni di salute, tuttavia, si fanno sempre più precarie.