Enrico Costa, esponente di Azione, ha denunciato in una intervista a Il Dubbio il tentativo dei magistrati di attuare una controriforma: “Non è che siamo alla stasi: siamo alla retromarcia. È sconcertante: in molti punti chiave la riforma Cartabia, la svolta che avrebbe dovuto garantire rigore, meritocrazia e coerenza nell’azione della magistratura, viene ripudiata. Addirittura si assiste a clamorosi tentativi di sabotaggio”, ha affermato.



L’ex Ministro per gli Affari Regionali del Governo di Paolo Gentiloni, in particolare, punta il dito contro “quei magistrati che, insediati nei ministeri, verrebbero direttamente danneggiati dalle nuove nuove”. Il riferimento, in tal senso, è soprattutto all’emendamento al momento sventato che avrebbe vanificato il divieto di porte girevoli tra la politica e la magistratura. “È pronto ad essere riproposto. Con la scusa del Pnrr, si cerca di ripristinare, per i magistrati distaccati ai vertici dei ministeri, la possibilità, preclusa dalla riforma Cartabia, di rientrare immediatamente e con funzioni direttive in magistratura”.



Costa (Azione): “Magistrati vogliono sabotare riforma Cartabia”. L’accusa

“La cosa incredibile è che il Piano nazionale fa da alibi rispetto alla mancata definizione dei decreti con cui si dovrebbe attuare la riforma del Csm targata Cartabia. Ti dicono che per scrivere quei testi hanno bisogno di altri 6 mesi, perché ora sono troppo impegnati col Pnrr. In realtà ci metteranno un anno”, questo l’escamotage utilizzato secondo Enrico Costa, esponente di Azione, dagli ambienti politici vicini ai magistrati. “Tra l’altro si è anche cercato di inserire la norma delle porte girevoli in un decreto Pnrr. È diventata la scusa passare subito da incarichi politici alle funzioni di vertice in magistratura: una giostra da capogiro”.



In merito a ciò, tuttavia, l’ex Ministro per gli Affari Regionali non dà colpe al Governo. “Chiariamo: in gran parte sono forme di sabotaggio e di distorsione consumate alle spalle della maggioranza e dello stesso ministro Nordio. Né si può parlare di tram eordite da una qualche centrale politica della magistratura: in tutte queste operazioni, l’Anm non è coinvolta. Ma la sostanza non cambia”, ha concluso.