Era il 19 marzo del 2016 quando l’auto su cui viaggiavano Carlotta e Costanza, due sorelle gemelle all’epoca di 17 anni, si ribaltò: Carlotta si salvò ma non Costanza, che invece morì a seguito di quel drammatico incidente avvenuto dalle parti di Verona. «È come se fosse andata via una mia metà, quella più bella, più coraggiosa e curiosa. Perché Costanza era questo, era il mio opposto…», racconta ai microfoni del Corriere della Sera la gemella “sopravvissuta”, che ora va nelle scuole a parlare di lei. «Il nostro era un rapporto telepatico, simbiotico – prosegue Carlotta, oggi 23 anni – per esempio, quando lei stava male stavo male anch’io, quando io avevo un momento no lei lo capiva subito, lo sentiva. Per me questa era la normalità. Mi sono accorta di quanto Costanza fosse fondamentale per me solo dopo l’incidente. Lei era la parte bella di noi». Erano due gemelle che si completavano: «Io ero la pecora nera di casa, lei la gioia di vivere. Costanza amava rischiare, mettersi in gioco, sognava Londra e secondo me oggi sarebbe lì. Da piccola voleva fare la giornalista come mia mamma. E al tempo stesso era la coccolona di casa, io invece preferivo stare fuori e non avevo molte ambizioni… Era come se insieme ci completassimo, lo yin e lo yang». E ancora: «Mi dava il coraggio che non avevo, difficile da spiegare ma è così».
Carlotta ammette di aver un forte senso di colpa per la morte della sorella: «Quella sera guidava il mio fidanzato di allora e io ero accanto a lui. Dietro c’era mia sorella con un amico. Stavamo tornando da Peschiera dove avevamo accompagnato a casa una ragazza. Io mi sono messa a dormire, anche perché mi sembrava che Costanza stesse parlando con l’altro. Mi sono svegliata in mezzo a un vigneto e sentivo fare il nome di mia sorella. Poi è arrivato mio padre che non diceva nulla e mia madre che invece urlava… Mi sono sentita in colpa per non essere rimasta sveglia, per quello che avrei potuto fare e anche perché stava guidando lui. E poi quella sera potevo rimanere a casa con lei… Mi sono sentita una grande delusione per i miei genitori. Ma devo dire che alla fine i rapporti con loro si sono rafforzati».
LA STORIA DI CARLOTTA E COSTANZA, GEMELLE “DIVISE” DA UN TRAGICO INCIDENTE STRADALE
Uno choc che ha indotto Carlotta e il compagno dell’epoca a interrompere il loro rapporto: «Qualche mese dopo l’incidente ci siamo lasciati. Avevo molta rabbia, oltre che con me stessa, anche con lui. Pensavo che avrebbe potuto evitare di guidare se era stanco e non se la sentiva. All’inizio ho cercato comunque di stargli vicino perché anche lui non stava bene. Ci siamo aiutati a vicenda ma i retropensieri sono rimasti e alla fine abbiamo chiuso».
E ora Carlotta affianca al suo lavoro, anche quello di testimone della vita della sorella Costanza, e nel contempo di sopravvissuta ad un incidente stradale: «Sì, faccio parte dell’Associazione Verona sicura. Quasi ogni venerdì, e quando non posso ci va mio padre, andiamo nelle scuole superiori. Spieghiamo i rischi che si corrono quando si guida bevendo un bicchiere in più, quando si è stanchi. Insegniamo la necessità di essere sempre svegli. Parlo di Costanza e di chi sta al posto del passeggero. Dov’ero io quella notte, quando ho sbagliato tutto».