AL VIA IL PROCESSO PER L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL M5S: LA LETTERA DI BEPPE GRILLO IN CUI ATTACCA CONTE

All’indomani della debacle alle Elezioni Europee 2024, il leader del M5s Giuseppe Conte aveva promesso un nuovo percorso per provare ad uscire dalle sabbie mobili di una crisi politica che ha visto i 5Stelle perdere lo “scontro” interno con i rivali-alleati nel campo largo, ovvero il Pd di Schlein. Dopo aver ribadito che il destino del Movimento non era comunque in mano a Beppe Grillo, l’ex Premier aveva promesso una imminente apertura di una fase “costituente” per rimettere al centro il programma del partito verso i prossimi appuntamenti elettorali. Ecco allora che sabato sul sito del M5s appare una doppia lettera scritta dal Garante del Movimento, nonché fondatore, Grillo, e la risposta inviata dallo stesso Presidente in carica in cui il tono sebbene sia cordiale non nasconde le forti distanze tra le due attuali “anime” a 5Stelle.



L’ex comico accusa il leader M5s di aver in qualche modo “dimenticato” i temi e il programma delle origini, puntando su grandi valori “ecumenici” della sinistra (dalla pace alla tutela dei più deboli), dimenticando però le questioni vitali e storiche del Movimento, dalla transizione digitale a quella ecologica: «L’ultima volta che ci siamo incontrati ci eravamo ripromessi di programmare alcuni incontri con un gruppo ristretto dei nostri, per discutere dei temi su cui rilanciare il Movimento, che é afflitto da un’evidente crisi di consenso. Personalmente ritengo che la nostra crisi di consenso derivi anche e soprattutto da una crisi d’identità», scrive il Garante grillino che accusa la leadership attuale di aver reso “indistinguibili” le 5 stelle una dall’altra. Per tornare alla “chiarezza” delle origini, Grillo vuole discostarsi da un programma vacuo e indefinito: «credo che ce ne siano almeno due da rivendicare ancora convintamente, vale a dire una transizione ecologica e digitale che ci consenta di vivere in un ambiente migliore e con parità di accesso ai dati, oltre a un diverso modo d’intendere la politica, che parta innanzitutto dai cittadini e non dai sepolcri imbiancati che dominano il nostro sistema».



Beppe Grillo vorrebbe tornare ad una democrazia più diretta nella scelta dei candidati (ovvero una non-scelta con le autocandidature) e soprattutto maggiori spazi di ricambi della classe politica, cosa che però gli eletti M5s sembrano voler cancellare dal loro passato. Molto duro anche il passaggio dove il Garante apprende della volontà di Conte di indire un’assemblea costituente per discutere di questi e altri temi, ebbene «Non ne abbiamo mai parlato, ma come sai, in quanto Garante, sono il custode dei valori del Movimento e dovremmo quantomeno discuterne prima nel corso degli incontri che ti avevo chiesto di fare». Insomma, Conte non avrebbe coinvolto a sufficienza Grillo che dunque ritiene di dover avere più spazio politico sulla “sua” creatura movimentista: allontanando le divergenze raccontate in questi anni tra Grillo e Conte (ma che in realtà la lettera conferma in larga parte), il Garante propone al “suo” capo politico di incontrarsi al più presto per stabilire le linee prossime del Movimento ma sempre secondo la sua visione di partito che è poi quella con cui sono nati politicamente i vari Di Maio, Di Battista, Taverna eccetera.



CONTE REPLICA A GRILLO (E RIAFFERMA LA LEADERSHIP): “STARE NEL GOVERNO DRAGHI CI HA MANDATO IN CRISI…”

Nonostante lo ringrazi della lettera, Giuseppe Conte non ci sta e con una missiva in risposta, replica punto su punto il perché il M5s abbia bisogno di una Assemblea Costituente per ri-centrare programma, strategie e classe dirigente. «È un progetto pienamente in linea con i principi e i valori del Movimento e, in particolare, con il principio della “democrazia partecipativa”, che va anche oltre il principio originario della “democrazia diretta”», spiega l’ex Premier ritenendo inutile e anzi quasi dannosa la scelta dei temi “preventivi” e in un circolo di fatto chiuso come era il famoso “direttorio” 5Stelle nei primi anni di presenza politica in Parlamento dei grillini.

In risposta alla crisi di consenso e presenza sul territorio, Conte spiega di non poter accogliere la proposta di Grillo di poter discutere in maniera preventiva «i temi da sottoporre all’Assemblea Costituente». Un “duopolio” alla guida del M5s è qualcosa di impensabile per l’attuale capo politico del Movimento: al netto dei sondaggi interni al partito che vedono sciorinate diverse possibilità per il futuro, tra cui la potenziale sostituzione con un volto noto femminile dell’attuale leader Giuseppe Conte (l’identikit di Chiara Appendino è il principale in mente a Beppe Grillo, ndr). «Immaginare che io e te da soli – attacca Conte nella lettera di risposta – o insieme a ‘un gruppo ristretto dei nostri’, si proceda a individuare e discutere temi da sottoporre all’Assemblea, significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l’Assemblea è legittimata a pronunciarsi, assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione».

Settimana prossima nel Consiglio nazionale si proveranno a definire passaggi e dettagli del processo verso una prima Assemblea Costituente del Movimento 5Stelle: secondo Conte, non appena si avrà la traccia finale del lavoro da attuare per recuperare consensi, «ti informerò prontamente». Di contro, l’ex Presidente del Consiglio contesta scelte del recente passato dove Grillo e gli ex capi politici hanno portato il M5s lontano dalle origini, ribaltando così le responsabilità contro il Garante del Movimento: «nei governi Conte I e Conte II abbiamo realizzato un vasto progetto riformatore, attuando all’incirca l’80% degli impegni presi», ma è poi con l’avvento del Governo Draghi che il progetto iniziale dei grillini sarebbe deflagrato definitivamente. Accettare provvedimenti diversi dalla linea politica del M5s, l’accusa di voler far cadere il Governo di unità nazionale e soprattutto l’agenda Draghi, definitiva sarcasticamente “mitologica”, hanno contribuito alla forte crisi di consensi che perdura ancora oggi secondo Conte: «agenda Draghi” ci ha fatto molto male: all’atto della formazione del governo abbiamo perso molti parlamentari e iscritti e, nella fase finale, sono venuti al pettine nodi irrisolti, con la scissione guidata da Di Maio. E proprio il Governo Draghi ha poi spianato un’autostrada alla vittoria di Meloni». Netto il riferimento di Conte, piccato contro Beppe Grillo: è infatti del Garante l’aver imboccato la strada verso il Governo Draghi, delegittimando la leadership di Conte (oggi) dice non avrebbe affatto voluto accodarsi all’esecutivo lanciato dal Presidente della Repubblica Mattarella.