Forza Italia non ci sta al rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE e infatti la quota delle rate, secondo Il sole 24 ore pesa per il 10,55% stando ai dati di marzo scorso, rispetto al 9,5% del 2019.

Laumento dei tassi potrebbe soltanto peggiorare la situazione. Si tratta di un allarme lanciato dalla Fabi CISL che osserva l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie italiane a causa dell’ aumento dei tassi di interesse e un’inflazione ancora molto elevata, l’ultimo dato disponibile la dà al 6,4%.



Costo del denaro, Tajani: “Basta con l’aumento dei tassi”

Gli stipendi delle famiglie italiane dunque perdono il potere d’acquisto per almeno un punto percentuale che è stato letteralmente eroso dai tassi di interesse sui mutui, prestiti e credito al consumo. In merito al costo del credito è stato già pubblicato da il sussidiario.net. Per quanto concerne le imprese. Ma anche le famiglie stanno soffrendo tempi durissimi in cui è necessario stringere la cinghia. Sarà inevitabile infatti osservare un progressivo aumento del costo del denaro dal momento che la Banca Centrale Europea non ha ancora deciso di invertire la rotta. Secondo la Fabi, si parla di un vero e proprio shock finanziario in un rapporto sui tassi di interesse e questo è analizzato sulla base della percezione dell’economia familiare e del reddito che viene progressivamente ridotto. il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani ha dichiarato che: “Famiglie che non riescono a pagare le rate dei mutui, imprese che non chiedono prestiti per investimenti perché il denaro costa troppo. La BCE non ha menti più i tasti di interesse. Rischiamo la recessione. La signora Lagarde ascolti il nostro appello a difesa delle famiglie imprese“.



Pensieri affidati al social network Twitter in un momento di sfogo, probabilmente dopo il report dell’aumento dei costi del credito per le imprese che stanno letteralmente frenandola crescita dell’Italia.

Costo del denaro: i tassi dividono l’Italia in due

Ma l’Italia stessa divisa in due perché il costo dei mutui diventa più caro al Sud: stando sempre ai dati le famiglie del Mezzogiorno sono costrette a pagare di più la crisi visto che nelle isole la media dei tassi è del 4,23% e nel mezzogiorno e del 4,18%, contro il 4,10% del dato Nazionale medio. Le famiglie che risiedono invece nelle regioni settentrionali possono essere avvantaggiate di un tasso che oscilla tra il 3,99% nelle regioni del nord-est e il 4,09% per il nord-ovest. Come si spiega questa disparità? Secondo il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, le differenze territoriali sul costo del mutuo dipendono da alcuni fattori di rischio poiché il sud e le isole Sono più indietro economicamente rispetto al nord. Anche il numero di fallimenti di imprese sono più rilevanti in queste regioni. Dunque per le banche il rischio è considerato maggiore e, inevitabilmente, viene fatto pagare a chi decide di acquisire il credito.
La ricetta per Sileoni è di aumentare gli stipendi e controllare i prezzi.



Ma la politica monetaria è diventata quasi un rebus per il governo, vista le oscillazioni che anche le materie prime alimentari hanno cominciato ad avere a partire dal febbraio 2022 e, anche molto prima a partire dal 2021.

Per non parlare delle materie prime energetiche che hanno visto un sostanziale aumento già dal dicembre 2020, per poi incrementare sensibilmente nel gennaio 2021 e crescere per un 70% durante tutto il primo anno precedente alla guerra in Ucraina.

Il conflitto internazionale ha soltanto peggiorato le cose, in maniera imprevedibile causando un incremento che ha toccato il 1000%. tutto ciò ha causato l’incremento dell’inflazione, gran parte della quale è stata trattenuta dal comparto industriale che ha cercato di non riversarlo sugli scaffali. Ma la situazione è difficile da tenere a bada e, soltanto con una diminuzione dei tassi di interesse da parte della BCE si potrà sperare in una inversione di rotta.