Un’infanzia rubata, mai vissuta: è questa la triste storia di una bambina proveniente dal biellese, che già a dieci anni doveva fare da mangiare e pulire casa invece che giocare con i suoi coetanei. La piccola passava intere giornate da sola, abbandonata per intere giornate davanti al bar del paese: proprio lì ha conosciuto un uomo, molto più grande di lei, che ha abusato di lei. Nonostante la triste e drammatica storia di abbandono e disattenzioni nei confronti della piccola, i giudici hanno assolto la madre, che dalla bambina era stata accusata di averle rubato l’infanzia, negandole di vivere una vita come i coetanei, come riporta La Stampa.



Nonostante la decisione del tribunale, la ragazzina, che oggi ha quattordici anni, ha deciso di fare ricorso: il suo tutore legale, insieme al suo avvocato Mauro Scaramozzino, ha presentato ricorso contro la sentenza di primo grado. La donna, secondo quanto raccontato dalla bambina, la costringeva a fare i lavori in casa, la lasciata in macchina per ore ad aspettare, la picchiava e la faceva vivere in un ambiente senza corrente domestica e spesso senza soldi: la donna, infatti, giocava alle slot machine e dava la colpa alla ragazzina quando i soldi sparivano.



Bambina abusata al bar del paese dal fisioterapista

La donna e la bambina vivevano a Bioglio, piccolo paesino del Biellese: qui la mamma, di 55 anni, passava tanto tempo al bar e poco in casa, dove la figlia doveva occuparsi di tutto nonostante la giovanissima età. Proprio al bar la donna ha conosciuto un uomo, un massaggiatore per le squadre sportive della zona: con lei c’era anche la piccola di 10 anni. L’uomo ha poi incontrato una serie di volte la bambina, che rimaneva per ore ed ore fuori dal locale: in uno di questi incontri l’ha convinta a farsi passeggiare, abusando di lei. Un racconto, quello della piccola, che la mamma non ha neppure ascoltato nonostante i graffi e i segni sul suo corpo.



“Lascia stare, abbiamo già tanti guai” avrebbe chiosato la donna, convincendo la figlia a chiudere la storia. Nel buio, però, c’è stata una luce: la barista, preoccupata per tutto il tempo che quella bambina passava al bar, ha ascoltato la sua storia, convincendola a raccontarla davanti ai carabinieri. L’uomo è stato poi condannato a sei anni, ma non è stato l’unico a finire davanti al giudice: anche la mamma della piccola è stata citata in giudizio per una serie di violenze e sopraffazioni.