In India se sei donna e vuoi lavorare non puoi avere le mestruazioni. E’ questo il fenomeno denunciato dalla BBC lo scorso luglio e portato alla luce oggi da Aleteia. In molte zone del Paese, infatti, le mestruazioni sono ancora considerate un tabù e le donne allontanate poichè considerate impure. Ancor di più però, esse rappresentano un vero e proprio ostacolo per coloro che lavorano nelle piantagioni di canna da zucchero e che non possono perdere una sola ora di lavoro poichè “indisposte”. Come risolvere allora il “problema”? Agendo alla radice, ovvero rimuovendo l’utero pur di non perdere il lavoro. Negli ultimi tre anni, sarebbero state in migliaia le giovani donne nello stato occidentale del Maharashtra ad essere sottoposte a intervento chirurgico per la rimozione dell’utero e in molti casi lo hanno fatto pur di poter continuare a lavorare nei campi. Se, quindi, già viene poco apprezzata come forza lavoro, la donna soprattutto nei giorni del ciclo rappresenta un vero e proprio problema da risolvere. Come spiega la BBC, quando le donne vengono assunte per lavorare nei campo di canna da zucchero, spesso sono sottoposte a veri e propri sfruttamenti: “sono riluttanti ad assumere donne perché il taglio della canna è un duro lavoro e le donne possono perdere un giorno o due di lavoro durante i loro periodi. Se mancano un giorno di lavoro, devono pagare una penalità”.



DONNE IN INDIA E LAVORO: LA DRAMMATICA SITUAZIONE

La vita in India per le donne è tutt’altro che semplice. In posti come Pakistan e Bangladesh c’è l’usanza di “stanare le bambine non appena lo sviluppo fetale ne tradisca il sesso” a scopo aborto. Se nascono possono essere uccise o lasciate morire, se sopravvivono saranno morte ad ogni modo, stuprate o rapite. C’è inoltre anche una inquietante pratica che è quella di concepire allo scopo di abortire e che rientra nel trend del sesso estremo. Il tutto ha sempre a che fare con la mancanza di istruzione e di mezzi. Dal servizio della BBC si apprende anche di un altro metodo assurdo per impedire i “fastidi” delle mestruazioni nelle donne, questa volta che lavorano nel settore del tessile, ovvero quello di somministrare loro grandi quantità di droghe dagli effetti collaterali pericolosi. E’ quanto avviene, ad esempio, nello stato meridionale del Tamil Nadu dove le sarte provenienti da famiglie povere pur di non perdere il salario di una giornata per via delle mestruazioni hanno ammesso di aver ricevuto droghe contro i dolori, con gravi conseguenze per la salute. Il tutto nello stesso Paese caratterizzato da una grande contraddizione e che vede al tempo stesso donne ridotte a uteri in affitto pronte a produrre bambini altrui ed altre donne poverissime alle quale togliere l’utero per farle lavorare di più.

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