Per capire davvero la realtà, può essere necessario uno sguardo “rovesciato”. Lo insegna l’esperienza di Quid, una cooperativa sociale di Verona che produce capi di abbigliamento e accessori a partire da tessuti di rimanenza forniti dai marchi di moda. La si può conoscere visitando la mostra “Costruttori di futuro” allestita presso il padiglione C3 del Meeting di Rimini. E oggi alle 18, presso l’arena della mostra, ne parleranno Vanessa Cento e Annachiara Sanson, due lavoratrici di Quid, in un incontro coordinato da Ignazio Ronchi. L’85 per cento delle maestranze sono donne, spesso segnate da esperienze di fragilità, che si sono rigenerate professionalmente lavorando sulle “rimanenze”, materiali destinati a non essere utilizzati e che trovano la possibilità di una nuova vita: una doppia rigenerazione, quindi, umana e ambientale.



“Il nostro progetto ha un ‘quid’ in più, qualcosa che fa la differenza mettendo al centro la persona e l’ambiente”, spiega Anna Fiscale, che guida l’azienda dalla sua fondazione nel 2013. Sono partiti in tre, oggi sono in 150, tra loro molte le donne che si sono lasciate alle spalle situazioni di dipendenza, percorsi di carcerazione, disabilità, vittime di violenza e di tratta. L’età va dai 19 ai 69 anni, 17 le nazionalità presenti.



Dopo varie esperienze di cooperazione internazionale e all’interno della Commissione europea, la Fiscale scopre la sua vocazione all’imprenditoria sociale e, affascinata dal messaggio francescano, decide di dedicare le sue energie ad abbracciare le fragilità delle persone e percorrendo la strada di una moda etica e dell’inclusione sociale e lavorativa. Anche lei ha fatto sulla sua pelle l’esperienza della fragilità e ha capito che poteva diventare occasione di riscatto e di ripartenza: “Le ferite possono diventare feritoie attraverso le quali passa una luce. Quid nasce da uno sguardo capovolto sulla realtà e sulle risorse: due ‘debolezze’ – i tessuti di rimanenza destinati allo spreco e le persone che vivono situazioni di fragilità – rifioriscono nei nostri laboratori di sartoria generando valore e bellezza. Così i limiti diventano punti di partenza. Quello che generalmente viene guardato come un problema, qui diventa un tesoro: è il nostro contributo per costruire un nuovo paradigma che metta al centro la persona e l’ambiente, soprattutto in questo momento di post-pandemia che ha portato tante persone ai margini. La crisi che attraversiamo può diventare l’occasione per ripensare modelli di economia e di lavoro che hanno mostrato la loro inadeguatezza. E’ il momento di favorire sinergie e contaminazioni tra il mondo profit e il non profit, solitamente impermeabili l’uno rispetto all’altro, per creare opportunità di lavoro e aprire nuove strade. Nel tempo siamo riusciti ad avviare partnership con grandi aziende del settore moda e life-style che commercializzano i nostri prodotti, venduti anche in dieci nostri negozi in varie città italiane oltre che in un centinaio di negozi multimarca e nel nostro e-commerce”.



Anna Fiscale ha offerto il suo contributo a quella autentica rivoluzione culturale che va sotto il nome di “economy of Francesco”, partecipando alla tre giorni internazionale che si è svolta online nello scorso mese di novembre. Per il suo “appassionato contributo e lo spirito di iniziativa con cui ha lavorato sulle vulnerabilità e le differenze per trasformarle in valore aggiunto sociale ed economico”, nel 2020 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Qualcuno l’ha definita “imprenditrice di fragilità”, una donna che lavora per il protagonismo delle donne e che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e di rischiare. Un’interprete, a suo modo, del titolo del Meeting, “Il coraggio di dire io”.