Il cotechino con le lenticchie è una tradizione intramontabile che in Italia arriva il 31 dicembre ma si trascina anche nel giorno di Capodanno il 1°gennaio. Questo perché molto spesso si mangiano alla mezzanotte come assaggio ben augurante e alla fine di un cenone che ha previsto portate di ogni tipo. Proprio il senso di sazietà raggiunto con l’arrivo della mezzanotte ci porta a far avanzare molto di quanto preparato che riscaldato sarà ottimo anche il giorno dopo nel pranzo del primo dell’anno. Sono diversi i modi di riscaldare il cotechino che si può mettere in un microonde, accompagnare con un po’ di brodo in padella oppure scaldare addirittura alla piastra. Fatto sta che per molti questa tradizione evita di doversi impegnare in cucina anche il giorno dopo aver fatto molto per il cenone. (agg. di Matteo Fantozzi)



ORIGINE DELLA TRADIZIONE

Nel menù del Cenone di Capodanno non può mai mancare un piatto di cotechino e lenticchie. Vi siete mai chiesti perché si mangiano e cosa c’è dietro questa tradizione? È un rito a cui è quasi impossibile sfuggire. Da una parte c’è un salume italiano molto gustoso e tutt’altro che light, dall’altra il primo legume coltivato nella storia. C’è chi tira in ballo l’episodio delle lenticchie tra Esaù e Giacobbe dell’Antico Testamento, ma la presenza fissa della lenticchia a tavola dopo la mezzanotte del 31 dicembre si deve ai Romani che lo consideravamo un investimento per il futuro, quindi avevano l’abitudine di regalare una scarsella (borsa di cuoio) piena di lenticchie l’ultimo giorno dell’anno, nella speranza che si trasformassero in monete.



Per i meno abbienti aveva già un alto valore, in quanto si tratta di un alimento molto nutriente. Dietro il cotechino c’è meno spiritualità. Ha, infatti, origine medievale e nobile. Pico della Mirandola nel 1511 la consigliò ai Mirandolesi che erano assediati dalle truppe pontificie. Si scoprì così che era un prodotto buonissimo.

COTECHINO E LENTICCHIE, LA TRADIZIONE DI CAPODANNO

Visto che erano assediati, Pico della Mirandola chiese di macellare quei pochi maiali che erano rimasti nelle stalle, mettendo la carne nelle zampe e la cotenna con tante spezie. Il ripieno non differisce per lo zampone, anche se è diverso dal cotechino all’apparenza. È fatto di carne di maiale magra e grassa, macinata in maniera grossolana e unita alla cotenna dell’animale, che viene tritata finemente. Tutto viene aromatizzato con pepe, noce moscata e chiodi di garofano, ma c’è chi aggiunge cannella e vino. La differenza è nell’involucro: la zampa di maiale per lo zampone, il budello per il cotechino. Se il zampone è più calorico, in quanto la cotenna della zampa rilascia grasso in fase di cottura, non scherza neppure il cotechino. Non c’è un motivo specifico per il quale vengono serviti insieme alle lenticchie, ma è una tradizione che ormai si rinnova anno dopo anno con l’auspicio di un anno nuovo più generoso dal punto di vista economico. Considerando l’annata che sta per andare in archivio, anche i più scettici potrebbero pensare di assaporare cotechino (o zampone) e lenticchie a Capodanno.