Carlo Cottarelli, in una intervista a Libero Quotidiano, ha commentato la situazione finanziaria dell’Italia, che nonostante gli allarmismi è stata promossa dalle agenzie di rating. “Già quaranta giorni fa rassicurai un esponente del governo che sarebbe tutto andato bene. Le agenzie di rating solitamente non anticipano nulla, si limitano a seguire il mercato”, ha sottolineato.
E ribadisce: “Oggettivamente non ci sono rischi significativi di un default dell’Italia nei prossimi tre anni e di una ristrutturazione del debito pubblico. Quindi era scontato che non saremmo stati declassati”. La paura, insomma, non era giustificata. “Essa deriva dal fatto che in Italia, dopo il 2011 e la caduta di Berlusconi, ci si è convinti che possa esserci un complotto di natura politica per far salire lo spread e far cadere i governi. Allora l’Italia rischiava davvero il default, perché i mercati temevano che il Paese sarebbe uscito dall’euro e hanno dato un segnale”, ha spiegato.
Cottarelli: “Italia non è a rischio default”, le previsioni
Carlo Cottarelli, oltre a escludere il rischio di default per l’Italia, ha parlato anche del rapporto di quest’ultima con l’Ue. Il debito pubblico, infatti, non fa stare tranquilli. “Alla fine verrà fuori qualcosa di simile alla proposta della Commissione: ci si siederà intorno a un tavolo e si concorderà un sentiero di diminuzione del debito pubblico, dandoci dai quattro ai sette anni per dare segnali di decrescita del debito. Un buon compromesso, tant’è che i Paesi nordici vorrebbero inserire qualche vincolo in più”, ha previsto. La possibilità di ritornare all’accordo pre-Covid non sembra concreta. “Credo che il governo lo abbia detto come provocazione. Quell’accordo ci imporrebbe una riduzione del rapporto debito/Pil del 4% l’anno. Va bene che non è mai stato applicato, però è rigidissimo”.
E conclude: “La sola cosa che può darci fastidio è se, come probabile, resterà la regola di contenere il deficit pubblico al 3% del Pil. Lì rischiamo una procedura d’infrazione dall’Europa”.