Ha fatto scalpore l’intervista di Saverio Cotticelli a Non è l’Arena. L’ormai ex commissario alla Sanità della Regione Calabria ha raccontato una versione dei fatti che è destinata a finire in Procura, considerando la gravità delle rivelazioni che ha fatto. Un flusso di coscienza proseguito su Tpi ai microfoni di Luca Telese, che peraltro era in studio ieri. «Era come se fossi un altro. Nemmeno la mia famiglia mi ha riconosciuto. Sono ancora sconvolto. Sto valutandolo con il mio medico, sto ricostruendo quello che è accaduto il giorno dell’intervista». Tante le stranezze secondo Cotticelli, a cui non torna nulla. «La mia sostituzione era già decisa. Da sei mesi. Il ministro Speranza aveva già deciso di nominare Zuccatelli. Ormai è chiaro, carte scoperte». Quindi, per Cotticelli quell’intervista a Titolo V era solo un pretesto per arrivare a rimuoverlo. Una teoria del complotto, un’ipotesi molto pesante. E non è neppure la cosa peggiore di tutta la vicenda secondo Cotticelli. «La Calabria ha una terra di mezzo. Da un lato la povera gente, dall’altro il potere, in mezzo ci sono loro».



COTTICELLI “FATTO FUORI DALLA MASSO-MAFIA”

A chi si riferisce Saverio Cotticelli? Alla «massoneria. Con i suoi riferimenti a Roma». Secondo l’ex commissario della Regione Calabria lì «tutto è deciso da questo mondo di mezzo: e io a questa massoneria non ho dato tregua». Nell’intervista rilasciata a Tpi ha spiegato cosa ha scoperto sulla sanità calabrese: «C’erano fatture ai privati, nella sanità calabrese, che venivano pagate tre volte. C’erano posto di lavoro, appalti oscuri, il potere reale mercanteggiava su tutto». Cotticelli sostiene di aver cancellato 500 milioni di euro di appalti, di aver revocato affidamenti impropri. «Guardi che questi, se potevano mettermi sotto una macchina, l’avrebbero già fatto». Parole gravi, accuse pesanti che arrivano da un carabiniere. «Se non avessero potuto mettermi sotto una macchina, allora sarebbe restata solo la possibilità di screditarmi. Noto che questo alla fine è accaduto», ha rilanciato. Non si è sbilanciato però con i nomi: «Le sto parlando di una forza che in Calabria ha un potere enorme: la masso-mafia».



Saverio Cotticelli nutre dei dubbi anche su Titolo V. «Quel giorno è stato tutto strano: prima dovevano venire alle 15.00, poi sono venuti alle 18.00, avevano un tono inquisitivo che nemmeno delle Iene», ha raccontato a Tpi. Per l’ex commissario è strano anche il fatto che avessero quel documento che gli era stato spedito quel giorno stesso. Si sentiva solo e ora si sente “silurato”, mentre il nuovo commissario avrà una struttura con 27 persone. «Zuccatelli lo volevano mettere da prima! È di LeU, lo stesso partito di Speranza, è amico di Bersani, se ne andava in giro per la Calabria a dire che sarebbe stato nominato commissario da mesi, e come vede lo anche è diventato».

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