Saverio Cotticelli racconta la sua versione sull’intervista a Titolo V e quello che c’è dietro le sue dimissioni dall’incarico di commissario alla sanità della Regione Calabria. «Non connettevo, non so cosa sia successo. Sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore o se è successo qualcosa di strano», ha dichiarato a Non è l’Arena. L’ormai ex commissario aveva detto che non sapeva di dover stilare il piano regionale anti Covid, ma a Massimo Giletti ha spiegato di averlo preparato. «Quell’intervista è stata preceduta da una serie di attacchi per via mediatica e istituzionale. Il piano anti-Covid l’ho fatto io. Non ero lucido, non sono stato bene. Ho vomitato dopo l’intervista». Cotticelli ha raccontati di aver anche vomitato dopo l’intervista. Ora sta cercando di capire cosa sia successo e se c’è la responsabilità di qualcuno: «Non sono stato bene, sto indagando». Presente in studio anche Myrta Merlino, che senza giri di parole chiede a Saverio Cotticelli: «L’hanno drogata?». E lui replica: «Non lo so, dico solo che non sono stato bene, non ero lucido».
SAVERIO COTTICELLI “VOLEVANO ACCOLLARMI DEBITO 2014…”
Secondo Saverio Cotticelli c’è un disegno dietro quanto accaduto negli ultimi giorni nella Regione Calabria, nello specifico sulla vicenda che ha portato alle sue dimissioni. A Non è l’Arena ha lanciato un’ipotesi, oltre che accuse pesanti. «Volevano accollarmi una cifra enorme di un buco appartenente al bilancio del 2014». Lui poi ha chiesto alla Guardia di Finanza di fare degli accertamenti. «A luglio-agosto l’azienda Mater Domini tira fuori questo debito risalente al 2014 e mai riportato negli anni precedenti sui conti economici delle aziende. Era un debito di 100 milioni di circa. Nessuno se n’era mai accorto. Improvvisamente spunta fuori per far risultare fallimentare la mia gestione». Inoltre, Cotticelli ha spiegato di aver scoperto che i flussi Lea del 2019 e del 2020 «benché caricati dalle varie aziende della regione non erano stati mandati al ministero della Salute». Invece lui rivendica il suo lavoro, visto che ha abbassato di 96 milioni di euro il “buco” della sanità calabrese.