In una nota rilasciata oggi e che si legge su Adnkronos, il direttore generale Oms Tedros Ghebreyesus ha allertato il mondo rispetto al fatto che la pandemia da Coronavirus stia minacciando “i progressi ottenuti nella longevità, nello stato di salute e verso gli obiettivi di sviluppo globale”. Ci sono dunque una notizia buona e una cattiva: quella buona, come si legge sul comunicato, è che le persone in tutto il mondo vivono vite più lunghe e sane ma quella cattiva è che “il tasso di progresso è troppo lento per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile” e l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 lo rallenterà ulteriormente. Da qui deriva una necessità che, secondo Ghebreyesus, tutti i Paesi si trovano costretti ad affrontare: quella di investire nel rafforzamento dei sistemi sanitari e nell’assistenza sanitaria di base.
COVID-19 METTE A RISCHIO EMERGENZA LONGEVITA’
In questo modo, spiega l’Oms attraverso il suo direttore generale, i focolai di Coronavirus potranno essere affrontati nel migliore dei modi; non è però solo questa pandemia a preoccupare, ma anche tutte le altre emergenze sanitarie che si devono affrontare quotidianamente, e che in questo periodo possono essere accentuate e rese più gravi dal Covid-19. “I sistemi sanitari e la sicurezza sanitaria sono le due facce della stessa medaglia” ha poi affermato Ghebreyesus. I dati in possesso dell’Oms sanciscono che tra 2000 e 2016 nei Paesi a basso reddito l’aspettativa di vita è aumentata del 21% (11 anni) contro il 4% (3 anni) nei Paesi dal reddito più elevato; le statistiche sono migliorate grazie alle lotte contro Hiv, malaria e tubercolosi ma anche alcune malattie tropicali. Tra il 2000 e il 2018 inoltre è dimezzata la mortalità dei bambini grazie al miglioramento della sanità infantile e materna, ma ora questi progressi sono in stallo in diverse aree del mondo.
Ad esempio i miglioramenti ottenuti per la malaria potrebbero addirittura essere invertiti, anche per la copertura vaccinale aumentata a malapena; i servizi per prevenire e curare malattie non trasmissibili (cancro e diabete, malattie cardiache e polmonari, ictus) sono carenti tanto che nel 2016 il 70% dei decessi a livello mondiale era attribuibile a malattie non trasmissibili, e questo succedeva soprattutto nei Paesi a basso o medio reddito (85% dei casi). Dunque si parla di una diseguaglianza nei progressi sanitari, e questo per l’Oms è chiaro sintomo di come l’accesso a servizi sanitari di qualità sia assolutamente differente a seconda delle varie aree geografiche. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che in tutto il mondo oltre il 40% dei Paesi hanno meno di 10 medici per 10000 persone, e oltre il 55% ha meno di 40 infermieri e ostetrici per 10000 abitanti. Viene stimato che, a causa della pandemia da Coronavirus, almeno un miliardo di persone spenderà, nel 2020, almeno il 10% del suo budget familiare e questo soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito. Ecco perché la pandemia evidenzia “la necessità di proteggere le persone dalle emergenze sanitarie” ha detto Samira Asma, assistente alla direzione dell’Oms.