Pazienti guariti dal Covid-19 muoiono dopo mesi: perché?

Perché alcuni pazienti muoiono dopo essersi negativizzati al Covid-19? Su Pubmed è stato pubblicato uno studio nel quale viene spiegato che alcune persone sembrano riprendersi dall’infezione virale acuta, ma nonostante ciò la malattia progredisce e li porta fino alla morte. Questo avviene nonostante la persistente negatività ai test molecolari per l’RNA SARS-CoV-2. Nel corso della ricerca è stata condotta un’analisi post mortem su 27 pazienti che erano apparentemente guariti da COVID-19 ma erano progressivamente peggiorati nelle loro condizioni cliniche nonostante la ripetuta negatività virale nei tamponi nasofaringei o nel lavaggio bronchioalveolare.



La negatività persisteva, nel caso dei pazienti presi in considerazione, per 11-300 giorni consecutivi, con una media di 105,5 giorni. Tre di questi pazienti sono rimasti negativi alla PCR per oltre 9 mesi. L’analisi post-mortem ha rivelato l’evidenza di polmonite interstiziale diffusa o focale in 23/27 pazienti (81%), accompagnata da un’estesa sostituzione fibrotica in 13 casi (47%).



Covid-19, il ruolo delle cellule polmonari infette

Secondo lo studio su Pubmed, nonostante l’apparente remissione virologica del Covid-19, la patologia polmonare persistente nei pazienti era simile a quella osservata negli individui COVID-19 acuti, tra cui trombosi micro e macrovascolare (67% dei casi), vasculite (24%), metaplasia squamosa dell’epitelio respiratorio (30%) , frequenti anomalie citologiche e sincizi (67%) e la presenza di caratteristiche dismorfiche nella cartilagine bronchiale (44%). La negatività del test molecolare è stata riscontrata anche nell’assenza degli antigeni SARS-CoV-2, che non sono stati rilevati nell’epitelio respiratorio.



Gli anticorpi hanno mostrato le frequente (70%) infezione dei condrociti della cartilagine bronchiale e delle cellule epiteliali della ghiandola parabronchiale. In alcuni pazienti (19%) è stata rilevata la positività anche nei periciti vascolari e nelle cellule endoteliali. Nei lisati tessutali, l’amplificazione quantitativa dei livelli RT-PCR ha confermato la presenza di RNA virale. Nonostante la negatività del tampone, dunque, l’infezione da SARS-CoV-2 può persistere significativamente più a lungo, con infezione specifica di specifici tipi di cellule nel polmone. Non è chiaro se queste cellule infette svolgano anche un ruolo patogeno nel corso dello stesso COVID.