I ministri britannici stanno valutando l’ampliamento della disponibilità di vaccini Covid, nel timore che la nuova variante Pirola possa esercitare pressione sul servizio sanitario nazionale e causare malattie tra la forza lavoro quest’inverno. Rishi Sunak e Steve Barclay, il ministro della sanità, sono stati invitati a riconsiderare la loro decisione di limitare i vaccini alle persone di età superiore ai 65 anni e a coloro che appartengono a gruppi vulnerabili. Un gruppo di parlamentari ha scritto ieri al primo ministro avvertendo che il servizio sanitario nazionale potrebbe avere difficoltà a far fronte a un altro inverno con un numero elevato di casi di Covid, mentre virologo britannico ha affermato che il servizio sanitario si trova in una “corsa difficile” e ha chiesto un intervento immediato.
I membri del gruppo multipartitico sul Coronavirus, guidato da Layla Moran, deputata Lib Dem, hanno invitato Sunak a prendere in considerazione l’estensione del programma di richiamo del vaccino questo autunno a più gruppi più ampi rispetto a quelli compresi tra 50 e 64 anni. Lo scopo è quello di contribuire a rendere pubblico il vaccino anti-Covid in modo che più persone possano immunizzarsi. I ministri hanno scritto a Sunak e Barclay preoccupati per la variante BA.2.86 del Covid-19, soprannominata Pirola dopo che gli scienziati hanno notato un elevato numero di mutazioni che questa porta con sé, il che aumenta la possibilità che possa sfuggire più facilmente al sistema immunitario o essere più trasmissibile.
Covid-19, il programma dei vaccini in UK
In una nota informativa di ieri, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ha spiegato che un’epidemia è scoppiata in una casa di cura a Norfolk, con altri casi in tutto il Regno Unito: questo indicava un’alta probabilità che ci fosse trasmissione del ceppo nella comunità. Il servizio sanitario nazionale lancerà il suo programma autunnale di vaccini anti-Covid questo lunedì, per coloro che si trovano in case di cura per anziani e coloro che sono costretti a casa. Saranno loro i primi a ricevere l’offerta di vaccinazioni. Da lunedì 18 settembre saranno vaccinati i 65enni, le persone clinicamente vulnerabili, gli accompagnatori e coloro che convivono con persone immunodepresse.
Il governo ha anticipato di un mese il programma vaccinale in risposta alla variante BA.2.86 ma al momento ha lasciato invariati i criteri di ammissibilità, affermando che avrebbe seguito il parere del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI). Steve McCabe, deputato laburista e vicepresidente del gruppo parlamentare multipartitico sull’accesso ai medicinali, ha affermato che è opportuno estendere il programma agli over 50 e ad altri gruppi. “Dovremmo concentrarci sugli anziani e, ovviamente, sulle persone vulnerabili, ma forse dovremmo includere anche i lavoratori di gruppi che potrebbero entrare in contatto con il pubblico”, ha spiegato al The Guardian. Della stessa idea è anche Lawrence Young, virologo dell’Università di Warwick, che ha affermato che il governo dovrebbe “assolutamente” estendere l’idoneità agli over 50 e considerare di offrirla a tutti gli adulti in seguito alla diffusione della nuova variante.