I primi studi condotti in Cina sul coronavirus suggerivano che la co-infezione con altri agenti patogeni respiratori fosse rara. Sarebbe quindi improbabile che pazienti positivi ad altri agenti patogeni abbiano pure Sars-CoV-2. E invece non è così. Non a caso i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) hanno avviato test sostenendo che la presenza di un’altra infezione potrebbe aiutare a valutare i pazienti con sospetta positività al coronavirus. Ora c’è uno studio condotto nel nord della California da parte della Stanford University School of Medicine che parla di co-infezione. È stato pubblicato su Jama. Il nuovo coronavirus può “incrociare” altri agenti patogeni.



I ricercatori hanno esaminato più di 1.200 persone, scoprendo che 116 (9,5%) erano positive a Sars-CoV-2, 318 (26,1%) ad uno o più patogeni non- Sars-CoV-2 come rhinovirus, agente patogeno che causa il comune raffreddore, enterovirus e virus respiratorio sinciziale umano (RSV), entrambi molto comuni nei bambini. Alcuni sono risultati contemporaneamente positivi ad un altro coronavirus (cinque su 116), quindi i ricercatori sostengono che Sars-CoV-2, che causa il Covid-19, potrebbe essere più strettamente correlato ad altri virus della sua famiglia di quanto si possa pensare.



CORONAVIRUS E COVID-19, STUDIO SULLE CO-INFEZIONI

«Come accade per molte malattie infettive, anche con Sars-CoV-2 si possono avere molteplici agenti patogeni e malattie», ha dichiarato Caroline Buckee, direttrice associata del Center for Communicable Disease Dynamics della Harvard T.H. Chan School of Public Health, non coinvolta però nello studio in questione. Ma questo cosa vuol dire? La presenza di altri virus oltre a Sars-CoV-2 cosa implica? C’è dunque un “incrocio” tra il Covid-19 e gli altri virus che può creare confusione. La presenza di un agente patogeno non-SARS-CoV-2 per i ricercatori non può fornire una rassicurazione come invece pensavano i cinesi all’inizio dell’epidemia di coronavirus: si potrebbe comunque essere positivi al Covid-19. Inoltre, i risultati di questo studio suggeriscono che i test di routine per gli agenti patogeni respiratori non-SARS-CoV-2 durante la pandemia di Covid-19 non possono fornire un beneficio clinico. Il tampone resta l’unico strumento utile per la diagnosi, soprattutto quando possono incrociarsi infezioni dai sintomi simili.