Gli errori dei leader americani durante la pandemia da COVID-19 sotto la lente d’ingrandimento: un gruppo di 30 esperti di spicco provenienti dal mondo della politica, della sanità pubblica, della scienza, della biodifesa e della difesa dei pazienti ha scritto un libro analizzando alcuni di questi errori e fornendo suggerimenti per evitare simili passi falsi in futuro. Si tratta di “Lessons from the COVID War”, pubblicato martedì: al suo interno, il libro è ricco di metafore militari. Il COVID-19 viene descritto come un’invasione straniera, con i leader della nazione assenti dal campo di battaglia.
I membri del gruppo hanno tenuto inoltre “sessioni di ascolto” con quasi 300 persone. In assenza di una commissione federale sull’argomento, hanno sentito il dovere di parlare di ciò che hanno trovato. Secondo i risultati emersi, solo il 12% degli americani crede che il proprio governo stia facendo abbastanza per prepararsi ad una nuova pandemia secondo un sondaggio pubblicato da You-Gov. Usa Today ha intervistato due membri del Covid Crisis Group: l’autore principale del libro, Philip Zelikow, che è anche direttore del gruppo ed ex direttore esecutivo della Commissione 11 settembre e il dottor Mark McClellan, che diresse la Food and Drug Administration.
Tutti gli errori dei leader USA nel Covid-19
Nell’intervista a Usa Today, Zelikow ha dichiarato: “Siamo entrati in una pandemia del 21° secolo con un sistema del 19° secolo. Siamo usciti da quella pandemia mantenendo sostanzialmente la struttura ottocentesca”. Riguardo i fallimenti del Covid-19, McClellan ha spiegato: “La cosa peggiore era non disporre di sistemi, sanità pubblica, assistenza sanitaria, ecc., che fossero ben preparati per il tipo di guerra che possiamo combattere ora contro le nuove infezioni. La scienza disponibile per affrontare un nuovo agente patogeno come il Covid è cambiata enormemente: la capacità di sviluppare test, trattamenti e vaccini a un ritmo mai visto prima nella storia delle pandemie. Abbiamo visto attività eroiche da parte delle organizzazioni sanitarie e degli ospedali in tutto il paese per cercare di rispondere alle minacce di infezione e malattie gravi. Questo è stato un risultato straordinario dell’assistenza sanitaria americana. Il problema è che l’assistenza sanitaria avrebbe potuto prevenirlo”.
Secondo McClellan, inoltre, “I sistemi di dati sulla sanità pubblica sono semplicemente obsoleti. Ci sono oltre 300 uffici sanitari pubblici locali e territoriali che non comunicano bene con CDC, figuriamoci con i soccorritori sanitari. Esistono sistemi interoperabili sul lato dell’assistenza sanitaria, ma non li abbiamo utilizzati per lavorare con la sanità pubblica ed essere sistematici nell’essere in grado di sapere quando ci sono nuovi casi segnalati da qualche parte, collegandoli rapidamente a una risposta locale e federale sistema con dati precisi”. Parlando inoltre del pericolo di una nuova pandemia, Zelikow ha proseguito: “Alcuni accademici hanno recentemente lavorato per cercare di stimare la probabilità di un focolaio simile al Covid-19. Tutti pensano che le probabilità siano del 20-30-40% nei prossimi 10 anni. Questo è un numero davvero considerevole”.