Covid e pipistrelli, un binomio già sentito e che, ahinoi, si rinnova. Giunge direttamente dalle colonne dell’autorevole rivista scientifica “Nature” lo studio condotto dall’Institut Pasteur di Parigi, dall’Università nazionale del Laos e dall’Institut Pasteur del Laos, nel quale viene data notizia di tre Coronavirus contraddistinti da un genoma del tutto simile a quello di Sars-CoV-2 e individuati proprio nei chirotteri che popolano il Laos, nella porzione sudorientale dell’Asia. Sono stati denominati Banal-103, Banal-236 e Banal-52 e, aspetto non trascurabile, mostrano somiglianze specifiche in un dominio chiave della proteina Spike, la stessa che consente al virus di legarsi alle cellule umane.
“Questa scoperta non risponde ancora a tutte le domande aperte, ma rafforza ulteriormente l’ipotesi dell’origine naturale di Sars-CoV-2 – ha commentato Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, le cui parole hanno trovato spazio sull’agenzia di stampa nazionale Adnkronos e sul ‘Corriere della Sera’-. Tuttavia, allo stesso tempo, ci conferma che molti altri virus sono già pronti a compiere il salto di specie e infettarci. Bisogna quindi non solo monitorare l’evoluzione dei Coronavirus da vicino, così da evitare di essere colti impreparati, ma anche effettuare quei cambiamenti strutturali nella nostra sanità che già nel 2020 ci avrebbero consentito una gestione migliore dell’emergenza. Dobbiamo imparare la lezione”.
COVID E PIPISTRELLI: COSA SAPPIAMO IN MERITO AI TRE NUOVI VIRUS SCOPERTI
La scoperta dei tre virus simili al Covid nei pipistrelli avvalora la teoria che Sars-CoV-2 possa essersi originato proprio nel regno animale e che, più dettagliatamente, possa provenire da questi mammiferi che popolano gli altipiani carsici della penisola indocinese, che si estende attraverso Laos, Vietnam e Cina. I risultati dello studio, si legge su “Nature”, indicano che virus potenzialmente infettivi per l’uomo circolano tra i Rinolofi (i cosiddetti pipistrelli “a ferro di cavallo”) nel Sud-Est asiatico.
Come sottolinea il CorSera, “i virus con recettore RBD capace di legarsi al recettore ACE2 potrebbero essere proprio quelli identificati nei pipistrelli che vivono nella penisola indocinese e, di conseguenza, potrebbero rappresentare un rischio futuro di trasmissione all’uomo. Nonostante l’assenza del sito di taglio della furina, i Coronavirus laotiani sono gli antenati più vicini a Sars-CoV-2 conosciuti fino ad oggi. Di fatto, solo uno o due amminoacidi che interagiscono con ACE2 sono modificati in questi ceppi rispetto al virus responsabile della pandemia”. Serviranno comunque approfondimenti ulteriori per poter valutare con precisione se le popolazioni locali siano state contagiate da uno di questi virus e se l’infezione possa conferire protezione contro Sars-CoV-2.