Mentre da diverse settimane a questa parte sembra che il covid sia tornato ad infastidire l’estate nel nostro bel paese (ed anche nel resto del mondo), si moltiplicano anche gli appelli da parte di tutti quei virologi esperti che sono diventate delle vere e proprie star nel corso del periodo pandemico – cui Matteo Bassetti – a mettere da parte una volta per tutte gli allarmismi per trattare il virus come tutti gli altri che da decenni conosciamo. Partendo proprio da quegli allarmismi, tutto si basa sulle stime dei conteggi da covid che in questi ultimi giorni – tecnicamente il 19 luglio – parlano di quasi 9mila contagi in Italia, circa il 62% in più della settimana prima: un dato che preso così sembra far paure e riaprire a quel difficile periodo pandemico, ma che cambia completamente volto quando aggiungiamo che non si registrano ingressi in terapia intensiva, con ‘soli’ 177 ricoveri nei reparti ordinari.
Proprio tenendo a mente questi dati ci ricolleghiamo subito a Matteo Bassetti che proprio questa sera – intervistato da TgCom24 – ha messo immediatamente in chiaro che non si tratta di nessuna ondata, ma solamente della “normale circolazione del virus” che in quanto tale secondo lui non dovrebbe giustificare “i titoloni ‘attenti al covid'” che ogni giorno rimbalzano sui giornali. “Di tutti gli altri microrganismi – continua Bassetti – non frega niente a nessuno, anche quelli gravi, ma ci interessa dire quanti casi di covid abbiamo. Pare che non si riesca a voltare pagina, ma dovremmo perché oggi causa un’infezione che è ormai molto simile all’influenza per la stragrande maggioranza delle persone”.
Matteo Bassetti: “Il covid del 2024 non deve più far paura, è un’influenza a tutti gli effetti”
Restano ferme con il covid – anche per Bassetti – le solite precauzioni per “le categorie più fragili” che possono andare dalle mascherine in caso di contagi e contatti con 80enni e immunodepressi, fino a “lavarci molto frequentemente le mani” e soprattutto alla vaccinazione il prossimo autunno, “ma la popolazione generale tra vaccinazioni e infezioni ha abbastanza anticorpi”; ma sicuramente non serve “terrorizzarli pensando a questo covid come a quello del 2020, perché non hanno nulla a che fare tra loro. Nel 2024 – ripete ancora una volta Bassetti – è un’influenza, nel 2020 era una polmonite”.
Oggi – infatti – “quando questo virus arriva nelle nostre vie aeree incontra gli anticorpi, mentre nel 2020 andava dritto nei polmoni. È cambiato il nostro modo di combattere il virus: lui è mutato ma noi siamo più in grado di difenderci” ed è anche arrivo il momento di superare le terapie invasive “con il cortisone, gli antibiotici e gli antinfiammatori” perché è sbagliato “trattare il virus come nel 2020”.
Signorelli e Pregliasco spiegano il nuovo covid tra il picco di contagi e i pochi ricoveri
Ma in apertura dicevamo che Bassetti non è l’unico tra gli esperti ad aver cambiato l’opinione sul covid perché la stessa tesi la ripete anche Carlo Signorelli alle pagine di Quotidiano Sanità che precisa – a sua volta – che “non è una novità che [il virus] faccia registrare un picco infettivo” e significa solamente che “questa malattia è diventata endemica e non ha la stagionalità degli altri disturbi respiratori”. Anche per lui il campanello d’allarme sul covid dovrebbero essere “i ricoveri in terapia intensiva” e anche Signorelli ribadisce che “se si ha di avere una fragilità, se si è immunocompromessi, o si accudiscono soggetti anziani, si devono avere degli accorgimenti personali”, ma assolutamente “non generalizzati“.
Fabrizio Pregliasco (su Adnkronos) ricorda anche che ora il covid “è immunoevasivo: vuol dire che il nostro organismo, nonostante abbia un’immunità (..) non lo riconosce e quindi ricadiamo nell’infezione“. Proprio questa è la causa del picco di contagi in questo periodo, ma resta comunque anche secondo Pregliasco un virus meno aggressivo e dannoso di quello di quattro anni fa.