Roberto Speranza, ministro della Salute, ha concesso un’intervista ai microfoni di RaiNews24, nella quale ha risposto a un quesito relativo ai rischi di contagio da Covid-19 a scuola. Un interrogativo attorno al quale l’esponente della Giunta Draghi non ha fatto melina all’eccesso, andando, anzi, dritto al punto: “Sarebbe bello dire che basta una mossa e risolvi tutti i problemi. Purtroppo non è così facile. Le scuole sono e restano una priorità, ma per battere il virus serve un ventaglio di misure, di accortezze, di comportamenti che noi gradualmente abbiamo provato a mettere in campo. Lavoreremo perché all’apertura delle scuole si possano creare condizioni di sicurezza e di lezioni in presenza: questi sono i due obiettivi”.
Le scuole sono un punto decisivo, ha garantito Roberto Speranza, il quale ha anche teso a rimarcare come purtroppo, quando non c’erano altri strumenti, la politica sia stata costretta a interrompere le lezioni anche per un intervallo di tempo alquanto significativo, con l’introduzione della didattica a distanza, altresì detta didattica digitale integrata, che non ha convinto del tutto.
ROBERTO SPERANZA: “NON C’È SOLUZIONE PER IL COVID A SCUOLA”
Sempre su RaiNews24, Roberto Speranza ha poi voluto asserire che “nella fase successiva della pandemia, in cui vaccini hanno chiaramente cambiato la partita che si giocava contro il virus, abbiamo ristretto il più possibile l’opzione della chiusura e gradualmente abbiamo anche superato la didattica a distanza. Io capisco che si cerca una soluzione ottimale che da sola riesca a risolvere tutti i problemi, ma purtroppo non è così. Diciamo di tenere le finestre aperte, abbiamo fatto linee guida sulla ventilazione meccanica”.
Eppure, se si osserva la situazione negli altri Paesi del mondo, o perlomeno negli Stati europei, “gli scienziati ci dicono che non basta una soluzione. Vale anche per le mascherine: sono fondamentali, ma anch’esse vanno inserite in un quadro più largo di iniziative che si mettono in campo”.