Il Covid si stava diffondendo in maniera virulenta a Wuhan già nell’estate del 2019. Dunque, era presente ben prima di quanto si suppone, secondo uno studio citato dal Telegraph. Si tratta di un rapporto realizzato da Internet 2.0, una società sulla sicurezza informatica che è specializzata nell’esame di dati provenienti dalla Cina. Dunque, è emerso che nella seconda metà di quell’anno sono stati fatti acquisti «notevoli, significativi e anormali» di attrezzature di laboratorio PCR, quelle che servono per diagnosticare la positività al Covid. Sono stati passati al setaccio i contratti firmati nella provincia di Hubei, di cui fa parte Wuhan, ed è emerso che la spesa è quasi raddoppiata rispetto all’anno prima.



«Siamo giunti alla conclusione che, sulla base dei dati analizzati, è altamente probabile che il virus si stesse diffondendo in modo virulento a Wuhan, in Cina, già nell’estate del 2019 e sicuramente entro l’autunno». I risultati di questo studio sono stati trasmessi ai funzionari del governo degli Stati Uniti in virtù dell’indagine sull’origine del Covid.



COVID A WUHAN, “PANDEMIA INIZIATA MOLTO PRIMA”

Questo nuovo report sostiene che la spesa per le attrezzature PCR (kit standard dei laboratori per amplificare piccole quantità di Dna, fondamentali per rintracciare il Covid) sia arrivata a 9,1 milioni di euro rispetto ai 4,7 milioni spesi l’anno prima e ai 3,8 milioni impiegati nel 2017. Il valore di questi contratti, secondo Internet 2.0, è superiore a quello della spesa sostenuta complessivamente nei due anni precedenti. Inoltre, il rapporto ha evidenziato che il numero stesso di contratti PCR è aumentato, passando da 89 nel 2018 a 135 nell’anno successivo. La spesa riguarda contratti che sono stati stipulati dai Centri cinesi per il controllo delle malattie (CDC) nella provincia di Hubei, l’Istituto di Virologia di Wuhan, Università di Scienza e Tecnologia di Wuhan e un ospedale militare di Wuhan. «Riteniamo verosimile che la pandemia sia iniziata molto prima che la Cina informasse l’OMS sul Covid-19», spiega il rapporto.



“CINA HA COPERTO INFORMAZIONI SU COVID”

Per i ricercatori «l’aumento della spesa a maggio suggerisce questa come la prima data di inizio di una possibile infezione». Peraltro, l’Istituto di Virologia di Wuhan ha speso 41mila euro a inizio novembre per la strumentazione PCR. Invece il CDC di Wuhan ne ha spesi 240mila per attrezzature che sarebbero state usate per i Giochi Mondiali Militari che si sono tenuti in città a novembre. A tal proposito, molti atleti che vi hanno preso parte hanno poi dichiarato di aver accusato sintomi simili al Covid di ritorno dall’evento. Non è però possibile stabilire con questa analisi come si sia diffuso per la prima volta il coronavirus. Ma per gli analisti «la Cina ha coperto le prime informazioni sul virus e ha fatto ostruzionismo fin dall’inizio».