Può una terza ondata di contagi da coronavirus, alimentata dalla variante indiana (delta) rivelarsi più grave delle prime due registrate nel Regno Unito? E’ questa la domanda posta dal Guardian, dopo che gli esperti hanno sottolineato che gli aumenti nella trasmissibilità sono più preoccupanti degli aumenti nella gravità della malattia, suggerendo che la prospettiva potrebbe essere più preoccupante di quanto suggerito dai modelli precedenti. Al momento la data per la fine delle restrizioni è fissata per il 21 giugno, ma i timori di una terza ondata più grave delle precedenti sono concreti. A maggio i membri dello Scientific Pandemic Influenza Group on Modelling (Spi-M) dell’Università di Warwick hanno pubblicato i risultati dei modelli che suggeriscono che una variante del 40% più trasmissibile della variante inglese (Alpha), in assenza di restrizioni, potrebbe provocare fino a 6.000 ricoveri in ospedale al giorno. Un numero che salirebbe a 10.000 ricoveri al giorno se la variante fosse più trasmissibile del 50%. Entrambi questi picchi supererebbero di gran lunga quelli delle ondate precedenti, che hanno raggiunto il picco di oltre 4.000 persone ricoverate in ospedale in un solo giorno e hanno lasciato il NHS, il servizio sanitario nazionale, a rischio di essere sopraffatto.



COVID, ALLARME VARIANTE INDIANA?

Capire quanto la variante indiana sia più trasmissibile di quella inglese potrebbe fare tutta la differenza. Il ministro della Salute inglese, Matt Hancock, domenica ha dichiarato che era circa il 40% più trasmissibile, mentre solo due giorni prima il Prof Neil Ferguson, uno dei virologi più rispettati del Regno Unito, ha detto che la stima migliore era del 60%, aggiungendo che la gamma possibile si estendeva dal 30 al 100%. Gli studiosi in ogni caso sono ormai concordi nel dire che una sola dose di vaccino non basta per essere al riparo dal contagio in presenza della variante indiana. Il prof. Rowland Kao dell’Università di Edimburgo, sentito dal Guardian, ha spiegato: “Se i nostri vaccini esistenti dovessero rimanere altamente protettivi anche contro la variante Delta, allora questo dovrebbe alleviare almeno una parte dell’impatto di qualsiasi terza ondata di infezioni. Ciononostante, i dati sono preoccupanti…Danno ulteriore credito all’idea di rallentare l’allentamento delle restrizioni e, in casi limitati, considerare restrizioni locali più forti“. Il prof. Graeme Ackland, dell’Università di Edimburgo, il cui team ha verificato i modelli Covid dell’Imperial College, ha detto al Guardian che i suoi calcoli suggeriscono che l’Rt è attualmente molto superiore a 1 in tutte le aree della Gran Bretagna: “Penso che ciò che è probabile che accada è che ci sarà una terza ondata di casi che sarà altrettanto grande come la seconda ondata“, aggiungendo di non pensare che essa si tradurrà in ricoveri e morti pari o superiori alla seconda ondata. “Ma lo dico con un livello molto alto di incertezza“, ha detto. “Ci sarà ancora un picco considerevole“.

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