Dopo il vaccino anti Covid, potrebbe arrivare una terapia. Un gruppo di scienziati ha annunciato di aver trovato il possibile farmaco contro l’infezione da coronavirus. Si tratta di una terapia antivirale basata sul silenziamento genico, una tecnologia che usa l’Rna per attaccare Sars-CoV-2 e impedire la sua replicazione. In altre parole, questo farmaco è in grado di distruggere il virus nei polmoni. È, dunque, la prima terapia potenzialmente in grado di fermare il coronavirus, visto che gli altri trattamenti antivirali come Zanamivir e Remdesivir si sono rivelati efficaci solo nella riduzione dei sintomi, permettendo quindi ai pazienti di riprendersi più rapidamente. Ma in questo caso parliamo di un medicinale ad hoc, che va immesso nel flusso sanguigno con una iniezione in nanoparticelle, le quali vanno nei polmoni, si fondono nelle cellule che forniscono l’Rna, che poi cerca il coronavirus e ne distrugge il genoma, impedendogli di replicarsi.



Siamo però solo all’inizio: gli scienziati, che hanno cominciato a lavorare sul farmaco dall’aprile dello scorso anno, cominceranno a breve gli studi clinici, quindi l’ipotesi è che possa essere disponibile entro il 2023.

IN ARRIVO IL FARMACO CHE DISTRUGGE IL CORONAVIRUS

La scoperta è stata fatta dai ricercatori del Menzies Health Institute Queensland (Australia) in collaborazione con un team statunitense del City of Hope. Dai risultati dello studio che hanno pubblicato su Molecular Therapy emerge che il farmaco antivirale è stato in grado di eliminare la carica virale Covid nei topi infetti nel 99,9% dei casi. Per il professor Nigel McMillan, ricercatore capo della Griffith University, è una terapia buona quasi come una cura. «È utile per quelle persone che stanno soffrendo per esempio in terapia intensiva, dove per i vaccini è ormai troppo tardi». Ma può essere importante anche nella fase iniziale della malattia, perché così il recupero può essere molto rapido. «Se trattiamo presto le persone positive, dovremmo essere fondamentalmente in grado di evitare la morte per questa malattia». A livello pratico, questa terapia consiste in un’iniezione quotidiana per quattro-cinque giorni nel caso di un ricoverato in terapia intensiva, invece se qualcuno si è infettato da poco, è sufficiente una sola somministrazione.



Il professor Kevin Morris, co-ricercatore principale, ha spiegato che questo farmaco è progettato per funzionare su tutti i betacoronavirus come Sars, Sars-CoV-2 e Mers, ma anche tutte le future varianti. Peraltro, è pure di facile conservazione, perché le nanoparticelle sono stabili a 4 gradi Celsius per 12 mesi e a temperatura ambiente per oltre un mese.

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