Il professor Roberto Burioni è stato ospite come sempre della puntata di ieri di Che Tempo Che fa, e ancora una volta si è soffermato sul covid, regalando dei consigli in vista del Natale e delle varie festività in programma nei prossimi giorni. “Pandemia – attacca il noto virologo del San Raffele – è un termine tecnico che noi usiamo quando un virus nuovo arriva in una popolazione che non l’ha mai visto; ora questo virus gran parte della popolazione o l’ha visto oppure si è vaccinata, o entrambe le cose, quindi la situazione è cambiata nel senso che questo virus non sta più incontrando una popolazione che non ha delle difese”.
“Questo però – ha continuato – non vuol dire che qualcosa che non è pandemico possa essere innocuo, il vaiolo non è stato pandemico ma per tanti secoli faceva il 30% di morti prima del vaccino; in questo caso, per fortuna, la situazione è molto meno grave, però ancora stiamo pagando un prezzo non irrisorio in termini di morti che sono più di 700”.
BURIONI: “NON COMMENTO LE DECISIONI POLITICHE”
Il governo Meloni ha deciso di eliminare il tampone per uscire dall’isolamento in caso di infezione da covid, e a riguardo Burioni ha commentato: “Noi dobbiamo trovare un equilibrio tra il convivere con questo virus e il non far morire le persone. Secondo me quello che dobbiamo evidenziare è che anche se noi ci siamo stancati, anche se non abbiamo più voglia di avere a che fare con questo virus, questo virus è ancora tra di noi. Questo virus può essere trasmesso da persone che non hanno sintomi e per le persone deboli, che magari non sono state vaccinate o che non vengono appropriatamente curate, c’è un rischio di morte. Le decisioni politiche io non le voglio commentare, ma dal punto di vista scientifico è opportuno tenere presente che questo virus è ancora tra di noi, anche se ci ha stufato”.
Sul vaccino contro il cancro di Moderna, i cui risultati sembrano molto promettenti come spiegato da Kyle Holen sempre in diretta su Rai Tre: “Noi oggi raccogliamo il frutto di due avanzamenti incredibili che si uniscono e danno un risultato; uno di questi avanzamenti lo conosciamo, è il vaccino mRNA ma ce n’è un altro che magari non tutti conoscono ed è la possibilità di sequenziare integralmente il DNA che è la molecola che ha tutte le informazioni delle nostre cellule. Questo è stato fatto per la prima volta nel 2003, quindi non 100 anni fa, ci sono voluti 13 anni e molti miliardi di euro; ora questo si può fare in poche ore e con una spesa di alcune centinaia di euro: mettiamo insieme queste due cose e arriviamo a parlare dei tumori. Le persone sanno cos’è il cancro: è una nostra cellula che comincia a replicarsi in maniera incontrollata e uno dei motivi per cui una cellula tumorale riesce a replicarsi è perché il cancro è molto abile a ingannare il nostro sistema immunitario e a bloccarlo, renderlo complice della crescita del tumore”.
BURIONI: “IL NUOVO VACCINO CONTRO IL TUMORE FUNZIONA COSI’”
“Allora, che cosa si è fatto? – ha continuato Roberto Burioni sul nuovo vaccino anti cancro – da un lato, è stata presa la cellula di un paziente normale e la cellula di questo paziente del tumore, poi hanno sequenziato il DNA di entrambe le cellule, li hanno messe in un computer e un algoritmo di intelligenza artificiale ha paragonato il DNA del tumore col DNA della cellula normale e ha messo a punto un vaccino che può essere utilizzato per stimolare il sistema immunitario del paziente contro il suo tumore; quindi, mentre il vaccino contro il covid è un vaccino contro un virus che è uguale per tutti, questo è personalizzato. Per ora si è cominciato da un tumore il melanoma, però il concetto può essere esteso”.
Chiusura dedicata, come detto sopra, ai consigli di Burioni in vista di Natale: “La prima regola: non c’è solo il Covid, se uno sta male deve stare a casa, semplice; se uno ha il raffreddore, la tosse, la febbre non deve andare al cenone di Natale. Ci vogliono particolari precauzioni se al cenone di Natale ci sono persone molto anziane, oppure fragili perché sono le persone che corrono maggiori rischi. Quindi, sincerarsi che queste persone siano vaccinate, perché è la prima difesa, e usare la mascherina nei luoghi affollati. Io per essere più tranquillo prima di incontrare i miei genitori di 93 e 92 anni mi faccio un tampone rapido nella gola”.