In pieno periodo pandemico, per fronteggiare la diffusione del Covid ed evitare misure troppo restrittive, era emersa la proposta di installare un sistema di ventilazione meccanica in ciascuna classe a scuola. L’iniziativa non è però mai andata in porto in maniera strutturale. Ora, come riporta il Sole 24 ore, la tematica torna al centro della discussione, ma mancherebbero i fondi per poterla portare a termine. La speranza resta comunque che possano essere trovate risorse nella manovra finanziaria. Nel frattempo regioni, comuni e istituti scolastici hanno provato a intervenire in modo differenziato e isolato.



Dal punto di vista scientifico è appurato che un impianto di ventilazione meccanica migliori la qualità dell’aria, riducendo sensibilmente la diffusione dei contagi e dei fattori inquinanti. La questione non è però mai stata affrontata seriamente dalle istituzioni. L’attuale premier Giorgia Meloni, quando ancora era all’opposizione e in campagna elettorale, era una fervida sostenitrice della ventilazione meccanica controllata, dopo che era stato dimostrato che l’apertura delle finestre di per sé non andava a migliorare la situazione. Tutto però poi è caduto nel silenzio.



VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA: A CHE PUNTO SIAMO?

Sulla ventilazione meccanica controllata i progetti non sono mancati negli ultimi 3 anni a partire dall’emergenza sanitaria. Un bando era stato emanato lo scorso anno in agosto dal Ministero della Salute su risorse del Pnrr, per finanziare non tanto impianti, quanto progetti di ricerca (come NecessARIA o Mission), che studiano l’efficacia delle soluzioni e promuovono il dialogo fra Regioni e professionalità. Da allora niente è stato più fatto. A livello normativo si fa solo cenno all’efficacia della Vmc solo in una raccomandazione contenuta nelle linee guida dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ma non esiste una specifica legge che disciplini la materia. E anche adesso che si torna a parlare di indicazioni per frenare la diffusione del Covid nelle aule siamo fermi all’auspicio del ministero della Salute che il Governo stanzi risorse in manovra per la Vmc a scuola. Questo è il quadro che emerge allo stato attuale.



Se ci concentriamo a livello regionale e comunale la situazione è poi variegata. Gli incentivi variano da Regione a Regione, alcuni sono attivi e altri sono scaduti. Ad esempio la Regione Marche aveva avviato stanziamenti arrivati ad oggi a 10 milioni di euro. Analoghi programmi sono stati presentati anche in Lombardia e Veneto. Del 2023 è invece poi l’iniziativa della Regione Basilicata, con 7,6 milioni di euro, e il Piemonte ha stanziato invece 3 milioni. In definitiva un piano univoco a livello nazionale non esiste, e il tutto è affidato alla discrezionalità dei singoli. Spesso i presidi sono soli nel valutare quale tecnologia acquistare, con quali risorse e con quali accorgimenti progettuali e di manutenzione.