Qual è, ad oggi, la situazione Covid in Italia? Da quando il bollettino Coronavirus quotidiano è stato rimosso, la pandemia di SARS-CoV-2 pare fare meno “notizia” e si ha la percezione che tutti i pericoli siano ormai realmente alle spalle. A riaccendere i riflettori sulla questione è la giornalista Milena Gabanelli sul “Corriere della Sera”, sottolineando che “nel solo periodo ottobre-novembre 2022 sono stati notificati quasi 2 milioni di casi, contro i 300mila degli stessi mesi del 2021. […] Vuol dire che la diffusione del virus oggi, con la variante Omicron BA.5, è almeno 10 volte superiore a quella dello stesso periodo dello scorso anno”.
Non solo: alla fine di novembre erano ricoverate per Covid 8.179 persone, con un tasso di occupazione dei 63.649 posti letto del 12,9%. Nello stesso periodo del 2021, i degenti ospedalieri positivi al tampone erano 5.227, con un tasso di occupazione dei posti letto del 9%. Inoltre, fra ottobre e novembre i ricoveri non sono mai scesi in media sotto i 6mila, il doppio rispetto agli stessi mesi del 2021. Ma allora perché il governo non parla di allerta? La risposta, scrive Gabanelli, sta nel cambio di governo: “Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno sempre criticato l’allarmismo”.
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Fortunatamente, il Covid sembra essere meno aggressivo: secondo il “CorSera”, a fine novembre si contavano 289 ricoverati in Rianimazione, con un tasso di occupazione al 3,1%. Invece, nel 2021, erano 683, con un tasso di occupazione in Terapia Intensiva al 7,5%. Merito anche, sicuramente, dell’effetto-vaccino, visto che “i ricoveri in area medica e quelli in terapia intensiva di persone con il Covid riguardano soprattutto chi non si è vaccinato. Tra i non vaccinati fra i 60 e 79 anni, finiscono in ospedale in 75 su 100mila, e in terapia intensiva 5 su 100mila. Tra i vaccinati finiscono in ospedale 30 su 100mila, e in terapia intensiva 2 su 100mila”.
Non va, però, neppure sottovalutato l’incremento dei morti Covid: a novembre sono stati 2.300, contro i 1.600 del novembre 2021, e lo scorso ottobre 2.100, contro i 1.100 dell’ottobre 2021. L’incremento è spropositato “perché non sono tutti morti PER Covid, ma ci sono anche morti CON Covid che, in ogni caso, possono non essere passati dalle terapie intensive”. Alla luce di questi dati e dei rischi ancora presenti, soprattutto in questo periodo stagionale, giova ricorrere ancora a due strumenti imprescindibili: il vaccino e le mascherine, che proteggono anche dai raffreddori e dall’influenza australiana.