Continuano a cresce i casi di covid nella popolazione under 20. I giovani, che sono la fascia che si è vaccinata di meno, sia perchè il vaccino 5-11 anni non è ancora disponibile, sia per il fatto che gli stessi si sentono probabilmente più al sicuro visto che raramente finiscono in ospedale, stanno di fatto diffondendo il virus, e ciò rappresenta senza dubbio un problema. Come riferisce il Corriere della Sera, sottolineando l’ultimo rapporto pubblicato dall’Iss, l’istituto superiore di sanità, il 24 per cento dei casi totali è stato diagnosticato appunto in una popolazione con meno di 20 anni.
In particolare, prendendo in considerazione i casi dal 20 ottobre, c’è stato un aumento dell’incidenza nelle fasce d’età 0-9 e 10-19 anni «che risulta compresa tra i 50 e i 100 casi per 100.000 abitanti per la seconda settimana consecutiva». Fondamentale quindi spingere con le vaccinazioni di questa fascia di età, anche se ovviamente non è facile in quanto a volte, nonostante il parere positivo dei ragazzi, i genitori si dicono contrari, nella maggior parte dei casi per paura.
COVID, CONTAGI IN AUMENTO FRA I PIU’ GIOVANI: “IMMUNIZZARE GLI UNDER 12 PER TENERE LE SCUOLE APERTE”
C’è poi da fare i conti con una sensazione di libertà che numerosi giovani stanno di fatto manifestando, così come si può notare da numerosi video apparsi in rete nei locali e nelle varie zone della movida delle città italiane. Come ripetono da tempo gli esperti, vaccinare i più giovani è un’azione che permette di proteggere in particolare le persone che stanno vicino agli stessi ragazzi, a cominciare da genitori e nonni, senza dubbio persone più esposte al covid.
«L’immunizzazione degli under 12 servirà a tenere le scuole aperte», ha specificato ieri il professor Franco Locatelli, numero uno del Css, il consiglio superiore di sanità, e coordinate del Cts, ospite ieri della puntata di “In 1/2 ora” da Lucia Annunziata. Le somministrazioni per i bambini delle elementari dovrebbero partire da dicembre: sarà importante “coprire” anche quella fascia.