È “caso Briatore” da quando l’imprenditore è stato ricoverato al San Raffaele di Milano con una forte polmonite. Sottoposto ad accertamenti ha rivelato l’infezione da Sars-Cov2. Non solo lui: 52 dipendenti del suo locale più famoso, il Billionaire, sono risultati positivi al Covid. Diversi i locali della Costa Smeralda dove si sta verificando la stessa cosa: al Sottovento o al Country Club saltano fuori casi di dipendenti positivi al virus. Se a questi aggiungiamo le dozzine di turisti contagiati di ritorno dalla Sardegna vien da pensare che nell’isola stia scoppiando una nuova pandemia, o addirittura una mutazione del virus.



Lo abbiamo chiesto al Vito Fazio, ordinario di patologia generale all’Università Campus Bio-Medico di Roma: “Al momento non risulta alcuna mutazione del virus, anche se il Covid, come tutti i virus, può mutare. Ma serve molto tempo, specialmente per i virus della Sars. Casi come quello di Flavio Briatore si spiegano con il fatto che oggi la scienza è in grado di intervenire molto in fretta, sa riconoscere la malattia e, per fortuna, anche come intervenire. Piuttosto parlerei di mancanza di osservanza delle norme di sicurezza a proposito dei tanti casi che si stanno verificando in Sardegna”.



Il caso di Flavio Briatore ci dice forse, vista anche la sua età, che si sta verificando un ritorno di fiamma del Covid?

No, non direi che è così. Lo ha sottolineato molto bene il professor Mantovani nella sua intervista al Corriere della Sera. Non ci sono grandi novità a proposito del coronavirus, l’unica che abbiamo è che finalmente sappiamo cos’è il virus, come è entrato in circolazione e come evolve la malattia nel tempo. Anche casi come questo adesso sono inquadrabili molto meglio.

In Sardegna però il numero dei casi, anche dei turisti che tornano dall’isola, è piuttosto alto. C’è un ceppo più grave della malattia?



In questo momento non ho alcun dato a favore di questa ipotesi. Ci sono varie pubblicazioni che hanno riportato diverse mutazioni del virus come è normale per tutti i coronavirus e anche per i virus normali. Non ci sono in questo momento variazioni che facciano pensare a un nuovo virus. Poi ovviamente la scienza ogni giorno ottiene informazioni nuove per cui ogni giorno si riaggiorna.

Come si può spiegare che una persona come Flavio Briatore si ammali così?

Per quanto ne so non mi sembra ci siano dati che fanno supporre variazioni di genoma tali da far pensare a variazioni del virus. Siamo nella norma, tutti i virus mutano nel tempo, ma per avere una nuova mutazione nel coronavirus che si selezioni dando una nuova capacità funzionale al virus serve più tempo ed è complesso.

Forse la causa più realistica può essere la mancanza di osservanza delle norme di sicurezza?

Assolutamente sì, c’è un’estrema sottovalutazione dei rischi. L’unica cosa che mi sento di sottolineare è che la scienza oggi sa molto meglio come curare questo virus. Questo ci dà la possibilità di avere protocolli precisi e di poter affrontare la malattia in relazione al paziente e alle sue condizioni generali.

Ora si dice che il virus è pericoloso anche a vent’anni e senza sintomi. Non era la malattia degli anziani?

Molti virus che danno malattie innocue in alcuni soggetti possono essere molto gravi e anche mortali in altri, o lasciargli lesioni che restano a lungo. La scienza in alcuni casi sa perché alcune persone sono più soggette a questi eventi, ma nella maggior parte dei casi non lo sappiamo. Come per tutti gli altri virus, anche per il Covid stiamo scoprendo che può provocare lesioni in altri organi dove entra perché trova il ricettore necessario alla sua penetrazione. La scienza ancora non sa dirlo con precisione, ma è possibile ci siano danni in altri organi che non siano quelli classicamente colpiti.

Quindi questa non è una caratteristica del Covid?

No, vale per tutti i virus. Pensiamo al virus della mononucleosi infettiva, quello detto del bacio, o del liceo. In alcuni casi dà epatiti fulminanti: sono casi molto rari, ma si verificano. Il coronavirus lo conosciamo da cinque mesi, e man mano che le nostre conoscenze aumentano possiamo vedere le complicanze che il virus può provocare.

(Paolo Vites)