Chi rischia di più con questa pandemia di Covid? Un quesito decisamente lecito, visto e considerato che, in questo anno e mezzo di emergenza sanitaria, abbiamo visto, letto, appreso e talvolta anche narrato situazioni apparentemente in contrasto fra loro, riconducibili all’unicità di ciascun essere umano, intesa a livello scientifico. In particolare, si sono registrati casi di positività al Coronavirus che si sono risolti in maniera “calmierata”, senza ricorrere alle terapie ospedaliere, e altri in cui, invece, il quadro clinico del paziente si è aggravato da subito, con l’infezione che ha sviluppato requisiti di gravità e costretto i degenti alla ventilazione assistita nelle terapie intensive dei nosocomi italiani, conducendoli spesso alla morte.



Così, per fare luce su questo aspetto, sull’autorevole rivista “Nature” ha trovato pubblicazione uno dei più grandi studi di associazione a livello genomico mai eseguiti nella storia della scienza medica (ingloba oltre 3.500 autori e 61 studi provenienti da 25 Paesi del mondo, tra cui l’Italia), che annovera all’incirca 50mila pazienti Covid e due milioni di test su soggetti non infetti. L’interrogativo principale di tale lavoro di ricerca, come detto, era imperniato sulla diversità della risposta alla malattia: dagli asintomatici o paucisintomatici sino ai degenti gravi. Perché ci si ammala diversamente?



COVID, CHI RISCHIA DI PIÙ? ECCO LA RISPOSTA

Come si evince nello studio pubblicato su “Nature”, gli esperti, nella loro azione congiunta e coordinata, sebbene sia stata condotta a distanza in 25 nazioni diverse, sono riusciti ad addivenire all’individuazione di tredici “loci”, luoghi nel genoma umano, che sono riconducibili alle infezioni più serie da Covid. Due di essi sono risultati essere più presenti nelle popolazioni dell’Asia orientale o meridionale, uno dei quali strettamente riconducibile al gene FOXP4, che è collegato al cancro ai polmoni: inibirlo potrebbe rappresentare una valida terapia per alcuni malati di Coronavirus.



Sono poi stati localizzati altri geni che risultano avere un ruolo chiave nello sviluppo della patologia più grave, ma anche altri fattori causali, connessi allo stile di vita di ciascun essere umano: si tratta della dipendenza dal fumo e dell’elevato indice di massa corporea. La finalità di questa indagine è quella di arrivare a strategie terapeutiche che permettano, con l’ausilio imprescindibile della genetica, di impiegare farmaci già esistenti per lo sviluppo di nuove terapie.