La Procura di Bergamo ha chiuso l’inchiesta sulla gestione del Covid nella prima ondata della pandemia nella provincia più colpita della Lombardia. Gli iscritti nel registro degli indagati, come riportato da Agi, sono 19. Tra questi ci sono l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera, nonché il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.



Le ipotesi di reato sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. Il riferimento, in particolare, è alla mancata attuazione della “zona rossa” in Val Seriana. In base alle stime del consulente Andrea Crisanti, che gestì l’emergenza a Vo’ Euganeo, in Veneto, la chiusura delle cittadine di Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti. Inoltre, è sotto la lente di ingrandimento l’assenza di un piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il documento risaliva infatti al 2006.



Covid, chiusa inchiesta di Bergamo. Giuseppe Conte indagato: “A disposizione della giustizia”

Il primo a commentare la chiusura dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla prima ondata del Covid e la successiva iscrizione nel registro degli indagati di 19 persone tra esponenti dell’allora Governo e tecnici, è stato Giuseppe Conte. “Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”, questo quanto scritto in una nota dal leader del M5S.



Per l’allora Premier Giuseppe Conte, a cui i pm contestano i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, e per l’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, a cui i pm contestano i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio, si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.