La Cina ricade di nuovo nell’incubo Covid. Annullate le maratone di Wuhan e Pechino, lockdown per quattro milioni di persone nella città di Lanzhou, a rischio anche le prossime Olimpiadi invernali, previste a febbraio 2022. In realtà, i numeri dei contagiati non sono così eccessivi, si parla di 170 casi nelle ultime due settimane, ma per Pechino, che ha sempre adottato la tolleranza zero, è abbastanza per far scattare le misure di sicurezza estreme.



Senza dimenticare che le autorità cinesi non permettono mai di sapere i numeri effettivi dei contagi. Alla ripresa delle infezioni contribuiscono molti fattori, ad esempio la cappa di smog che ha ripreso ad avvolgere Pechino a causa dell’uso massiccio di carbone per far fronte alla crisi energetica e l’ingresso di molti occidentali, che portano con sé varianti come la Delta plus.



“Il vaccino Sinovac, appartenente alla famiglia AstraZeneca, si sta dimostrando incapace di coprire la popolazione” ci ha detto il professor Massimo Introvigne, sociologo, fondatore del Cesnur e del sito Bitter Winter. Alle porte, poi, mancano ormai circa cento giorni, ci sono le Olimpiadi invernali ed è già in corso un acceso dibattito sull’eventualità di tenerle o meno: “Molti atleti occidentali hanno già fatto sapere che non vi prenderanno parte, dovrebbero sottoporsi a una quarantena di 14 giorni, il che significherebbe per loro una grossa perdita economica” ci ha detto ancora Introvigne.



Cosa sta succedendo in Cina? Si riesce a capire la gravità della situazione reale dietro l’usuale cortina di fumo di Pechino?

Ci sono in effetti problemi con il vaccino in uso, il Sinovac. E’ stato ammesso anche dalle autorità sanitarie cinesi, basta leggere i giornali locali. Rientra nella stessa famiglia di sieri anti-Covid il cui capostipite è AstraZeneca, di cui fa parte anche il vaccino russo Sputnik, paese dove ci sono stati dei problemi, e il Sinovac non è da meno, presenta anch’esso più di un problema. E’ sicuramente sbagliato dire che non serve a nulla, però soprattutto quando arrivano le varianti come la Delta, la copertura vaccinale è più modesta rispetto a Pfizer o Moderna. Oggi le criticità sulla sua copertura stanno venendo alla luce.

Le varianti però arrivano dall’Occidente, è così?

Sulle varianti la versione della stampa cinese è che le portano gli occidentali, il che è anche vero, visto che i cinesi non possono viaggiare, il movimento è in una direzione unica. Però il virus non guarda passaporti e confini, questa è una lezione che riguarda anche noi. Se c’è una variante in Sudafrica o in Vietnam, prima o poi arriverà anche da noi, è illusorio chiudere i confini. Naturalmente chiudere serve per rallentare il contagio, ma poi basta l’arrivo di una persona contagiata per far ripartire le infezioni.

Chiudere significa anche fermare l’economia.

Sì, infatti l’economia non è ferma. Due giorni fa ero a Malpensa e ho potuto constatare come il volo per Pechino fosse pieno di passeggeri italiani. E’ anche vero che quando arrivano sono obbligati a sottoporsi a una quarantena molto rigida: ho degli amici che sono stati in Cina e sono rimasti chiusi in camera d’albergo per due settimane con il cibo che veniva passato loro tramite una feritoia nella porta.

Le Olimpiadi invernali di Pechino stanno diventando un problema?

C’è un acceso dibattito in corso. I cinesi vorrebbero che gli atleti arrivino in anticipo per fare la quarantena, ma fra di loro ci sono diversi professionisti, come quelli dello sci alpino o dell’hockey su ghiaccio americani e canadesi, che temono di perdere fino a un milione di euro qualora dovessero stare 14 giorni chiusi in quarantena. Quindi preferiscono non andare alle Olimpiadi. Troveranno dei compromessi.

Lei che idea ha a tal proposito: si terranno i Giochi senza presenza del pubblico, come hanno fatto i giapponesi con le Olimpiadi estive?

Personalmente ho una opinione negativa: l’Occidente avrebbe dovuto adottare un boicottaggio soft con la partecipazione solo degli atleti, come propone peraltro anche l’organizzazione inglese, senza delegazioni, senza bandiere, senza esponenti del governo e con una copertura mediatica limitata.

Ovviamente però ci sono di mezzo gli interessi economici…

Infatti, questo non succederà, gli interessi economici sono ingenti, sono in ballo miliardi di dollari. Però in cento giorni tutto può succedere. Gli Stati Uniti proprio adesso stanno alzando il tiro su Taiwan e decidono senza farsi influenzare dall’Europa.

Tornando alla pandemia in corso, i numeri delle vittime nella prima fase non sono mai stati resi noti in modo realistico. Pensa che anche adesso la Cina ci nasconda qualcosa?

E’ probabile. I numeri non li sapremo mai. Sarebbe logico con questo livello di contagio, basta guardare alla Russia che ha un sistema vaccinale simile, però i cinesi non ce lo diranno mai.

(Paolo Vites)

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