I numeri dei contagi al momento non devono essere letti in maniera negativa: lo ha detto il direttore sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, Francesco Vaia, a “Non Stop News”, trasmissione di Rtl 102.5 condotta da Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro. “Credo che sia arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza, c’è tanta confusione”, ha esordito Vaia, il quale ha poi aggiunto: “Il numero dei contagiati inevitabilmente è aumentato fino a 200mila. Nei fine settimana, nei giorni prefestivi e festivi gli italiani si recano di meno, sia in ospedale, che a fare il tampone. Il primo dato: a fronte di questi contagi, di questo numero così elevato, abbiamo un numero non altrettanto imponente di ricoverati né di ricovero ordinario, né in terapia intensiva.”
Secondo il professor Vaia, il rapporto tra contagiati e ospedalizzati offre un quadro della situazione decisamente migliore rispetto all’anno scorso, quando la campagna vaccinale era partita solo da poche settimane: “Coloro che non sono vaccinati o vaccinati in unica o doppia dose sono il 90%, coloro che hanno la terza dose sono il 10% degli ospedalizzati. Per quanto riguarda la terapia intensiva, il rapporto è 95% (coloro che non sono vaccinati o coloro che hanno unica e doppia dose) e 5% coloro che sono vaccinati in terza dose. Un altro rapporto ancora più chiaro rispetto a cosa avveniva lo scorso anno nello stesso periodo: avevamo 15-18mila contagiati, con 2.500 persone in terapia intensiva. Oggi abbiamo 240mila contagiati, con 1.500 persone in terapia intensiva. È successo, quindi, che le persone in Italia si sono vaccinate. L’Italia è il Paese che nel mondo ha avuto il più alto tasso di vaccinazione. Gli italiani, quindi, per oltre il 90% hanno aderito alla campagna di vaccinazione credendo nella scienza”.
Francesco Vaia sulla variante Omicron e sulla variante Delta
Secondo il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, la patologia virale con la variante Omicron sta sostituendo quasi completamente la Delta.
“La Delta è ancora presente, è molto più patogena di questa Omicron, la quale è molto più contagiosa. Non lo dico io, né lo Spallanzani, ma tantissimi studi nel mondo”, sottolinea Vaia, aggiungendo che uno studio effettuato su alcuni roditori ha verificato che questi topi erano in grado di rispondere alla malattia: “Inoculando il virus avevano solamente un po’ di debolezza e una patologia simil-influenzale. Paradossalmente, mentre diciamo una cosa buona, quindi che questa malattia assume sempre di più in questa fase la connotazione di una malattia simil-influenzale e secondo me ci traguarderà al prossimo ottobre a fare una sola dose di richiamo annuale così come per l’influenza, questo può crearci qualche problema differenziale. A mio giudizio, in questo momento, la cosa non ci deve spaventare”