Il Covid potrebbe comportare dei danni alla fertilità maschile: questo l’allarme lanciato dallo studio pubblicato su Reproduction. Nelle ultime settimane si è acceso il dibattito sulle possibili conseguenze dell’infezione da Covid-19 e, in base alla ricerca presentata da Repubblica, non arrivano delle buone notizie: il contagio potrebbe causare un aumento della morte degli spermatozoi, un raddoppio dei markers dell’infiammazione e dello stress ossidativo, nonché una importante riduzione nella concentrazione spermatica.



Il coronavirus dunque potrebbe implicare una minor qualità dello sperma, con la susseguente potenziale riduzione della fertilità. Ovviamente questo non è l’unico studio a disposizione, basti pensare ai dati resi noti dallo studio della Assam University e pubblicata sulla rivista Royal Society Open Biology, che considera difficile avere una risposta conclusiva sul tema, non escludendo comunque l’ipotesi.



Studio: Covid danneggia fertilità maschile

Lo studio indiano ha tenuto a precisare che una riduzione della fertilità maschile è “normale” per le infezioni virali, sottolineando che le problematiche sono risolvibili nel giro di pochi mesi. Mancano le conferme sull’effettiva conseguenza sulla salute riproduttiva maschile, ma il rischio c’è ed è acclarato, ha spiegato l’endocrinologo Carlo Foresta: «La presenza del virus all’interno del testicolo è stata ipotizzata e dimostrata soltanto da un unico autore in pochi casi».

Il “danno” è probabilmente legato alle condizioni cliniche dovute all’infezione, come febbre, ridotta ossigenazione, l’infiammazione generale, l’uso di farmaci: «In queste situazioni il recupero della spermatogenesi dovrebbe ristabilirsi dopo almeno 3 mesi dalla soluzione della sintomatologia clinica». L’esperto ha inoltre sottolineato che l’ipotesi che si possa verificare un’infezione da Covid attraverso il liquido seminale è molto scarsa.