Gli studi sul Covid-19 sono solo all’inizio. Lo confermano molti scienziati coinvolti nelle ricerche che spaziano dall’efficacia sui vaccini agli effetti a lungo termine dell’infezione, ovviamente passando anche per i sintomi stessi del Coronavirus e della sua pericolosità, anche per il futuro. Un’analisi fatta dal quotidiano Wall Street Journal, interpellando vari esperti e ricercatori nel campo della virologia, mostra come soprattutto negli Stati Uniti, molte persone siano ancora affette da problemi di salute causati dal primo contagio. Ma molti medici dei reparti clinici ospedalieri stanno anche cercando di scoprire perché durante il picco della pandemia un virus che oggi viene accomunato ad una semplice influenza possa aver causato così tanti morti. Uno dei misteri maggiori infatti sarebbe proprio quello del rapido declino fisico avvenuto in persone apparentemente sane e senza gravi disturbi pregressi.
Il professor Peter Palese, microbiologo della Icahn School of Medicine, spiega che “si sta ancora cercando di capire se il Covid riesca a mutare più o meno velocemente dell’influenza. Non abbiamo ancora una risposta precisa perché sembra che cambi da persona a persona. Alcuni riescono a sfuggire alle varianti, altri invece risultano essere più infettivi. È evidente che la questione dipenda anche dal sistema immunitario“.
Covid, i danni a lungo termine del virus restano un mistero
Come avviene il contagio da Coronavirus e perché alcune varianti aggirano maggiormente il sistema immunitario? Il dottor Jesse Bloom, virologo presso il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, sta studiando le proteine spike e come queste vengaono attaccate dagli anticorpi. Il risultato è che ancora ci vorrà molto tempo per capire come tutte le mutazioni combinate insieme possano trasformare il virus. Da qui emerge anche il fatto che, come spiega il ricercatore, anche i richiami dei vaccini non hanno lo stesso effetto su tutti.
Ma oltre al problema di aggiornare i vaccini, prevedendo sempre quale sarà la prossima variante, c’è anche un altro grave problema che riguarda chi il Covid già lo ha avuto, ma sta ancora combattendo con sintomi e danni a lungo termine. Su questo diversi esperti si esprimono, sottolineando che “ci vorranno molti anni prima di capire a fondo cosa provoca questi effetti e perché si manifestino in alcune persone più che in altre“. Il dottor Goldman, immunologo della George Washington University, dice: “Quello che è certo è che i maggiori sintomi a lungo termine sono stati sviluppati soprattutto a livello polmonare da pazienti che hanno contratto il virus più di una volta“. Il problema però è che lo studio è soltanto all’inizio e, come ribadisce il professore, “stiamo studiando il Covid come fosse l’influenza, ma non sappiamo ancora se possa comportarsi come altri virus che lasciano danni permanenti o possono riproporsi in altre forme anche anni dopo la guarigione, come ad esempio la poliomielite e la varicella“.