I casi di influenza nell’ultimo periodo hanno causato non poche preoccupazioni, sia per le famiglie che per gli esperti, soprattutto a causa della difficoltà di distinguere i casi da quelli di Covid, o anche da quelli relativi al Virus Respiratorio Sinciziale (RSV). Queste tre malattie, infatti, hanno una sintomatologia generale piuttosto simile tra loro, ma all’atto pratico distinguerli rapidamente è fondamentale per decidere le terapie più adatte al tipo di problema.
Da un lato, infatti, c’è un infezione batterica (l’influenza), mentre dall’altro due virus (Covid e RSV), che richiedono interventi del tutto differenti. Nel primo caso, infatti, si possono utilizzare i classici antibiotici, del tutto inutili nel secondo caso, che richiede, invece, terapie mirate in base al paziente e alla sua età e alla gravità della sintomatologia. Pertanto, è piuttosto importante distinguere in modo rapido se si tratti di influenza, Covid e RSV, anche solo in virtù della necessità, eventuale, di isolare il paziente affetto da virus. Ma mentre i medici non sempre riescono ad arrivare rapidamente ad una diagnosi, Andrea Rocchetti (direttore della Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria) sottolinea a QuotidianoSanità l’esistenza di un test rapido già abbondantemente conosciuto, ma decisamente inutilizzato.
Cosa sono i test rapidi POC per influenza e Covid
Insomma, la possibilità per distinguere l’influenza dal Covid e dall’RSV ci sono, come spiega l’esperto, ma non vengono sufficientemente utilizzate. Si tratta, infatti, di macchinari già abbondantemente diffusi, grandi pressoché come un libro, facili da usare anche senza l’aiuto di un tecnico di laboratorio. Vengono chiamati, tecnicamente, test POC, che significa Point of Care, “cioè vicine al malato”, spiega Rocchetti.
Davanti a un caso di probabile influenza o Covid, spiega, “viene eseguito il tampone e viene processato in una cartuccia che, inserita nello strumento, fornisce un risultato in 10 minuti, ma con una tecnologia elevatissima. Si tratta”, spiega scendendo nel dettaglio della tecnologia, “di un’amplificazione degli acidi nucleici del virus in una curva isotermica. Questo materiale genetico viene cioè amplificato fino a che può essere rilevato dagli strumenti di detection. Uno strumento altamente performante e tecnologico, che richiede solo in rarissimi casi di essere controllato da un laboratorio centrale”. Queste tecnologie per distinguere influenza e Covid, sottolinea ancora Rocchetti, “potrebbero essere maggiormente diffuse in altri ambiti”, ma a patto che vengano “utilizzate con criteri estremamente stringenti [perché] questi strumenti devono essere governati“.