Un interessante studio italiano realizzato presso l’ospedale pediatrico del Bambino Gesù di Roma, ha evidenziato come, durante il periodo di pandemia, siano raddoppiati i casi di pubertà precoce nelle bambine. In poche parole, lo stress causato dall’isolamento e dalla sedentarietà dovuti ai vari divieti anti covid, hanno fatto “sviluppare” prima rispetto alla media le bimbe. Non vi è ancora una certezza assoluta ma il lockdown, secondo gli esperti, potrebbe essere associato alla pubertà precoce, così come scoperto dall’ospedale pediatrico romano, in collaborazione con il Gaslini di Genova, il Policlinico Federico II di Napoli, l’ospedale pediatrico microcitemico di Cagliari e la clinica pediatrica ospedale di Perugia. Fra il marzo 2020 e il settembre dello stesso anno, i casi di pubertà precoce sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2019, considerando come pubertà precoce lo sviluppo di una bambina prima degli 8 anni, e di un bimbo prima di 9.



I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista “Endocrine Connections”, e narrano di 338 casi contro i 152 dell’anno precedente, con un aumento del 122%. Il fenomeno ha riguardato, come si legge su Skytg24.it, solo bambine di circa 7 annie soprattutto nel periodo giugno-settembre 2020. Carla Bizzarri, pediatra endocrinologa del Bambino Gesù e coordinatrice dello studio, spiega: “non abbiamo spiegazioni per questa differenza tra i sessi. Sappiamo però che la pubertà precoce è molto meno comune nel maschio rispetto alle femmina ed è più spesso il risultato di mutazioni genetiche predisponenti o disturbi organici dell’asse ipotalamo-ipofisario”. E’ possibile ipotizzare “che l’impatto di fattori scatenanti ambientali, quali quelli correlati alla pandemia, sia meno significativo sui tempi della pubertà maschile”.



PUBERTA’ PRECOCE DURANTE PRIMO LOCKDOWN: “LO STRESS FORSE FATTORE SCATENANTE”

I ricercatori hanno ascoltato le famiglie delle bimbe con pubertà precoci, ed hanno evidenziato la vita sedentaria delle stesse fra utilizzo di dispositivi elettronici sia durante la dad che nel tempo libero. Inoltre, durante il primo lockdown l’attività fisica si è ridotta praticamente all’osso, altro fattore che probabilmente ha scatenato la pubertà precoce.

“Lo stress – conclude Bizzarri – potrebbe agire come un fattore scatenante più potente sui neuroni che secernono l’ormone ipotalamico che dà inizio allo sviluppo puberale GnRH nelle ragazze con ulteriori fattori di rischio, come uno stile di vita sedentario e un eccessivo uso di dispositivi elettronici già evidenti prima della pandemia. La verifica di questa ipotesi apre interessanti prospettive di sviluppo per la ricerca clinica nel campo della pubertà precoce dei prossimi anni”.