Sarà approvato dall’Agenzia europea per i farmaci un nuovo vaccino contro il Covid, prodotto dall’azienda francese Sanofi. Dai dati resi noti si tratta di un vaccino studiato appositamente per combattere le ultime varianti del virus ancora circolanti, Omicron BA.1 e BA.2, quindi particolarmente utile. La domanda però che viene da farsi è: perché si continuano a produrre nuovi vaccini? Vuol dire che quelli attualmente a disposizione e in uso non sono efficaci in modo adeguato? O che le aziende farmacologiche continuano a produrre qualcosa di superfluo solo per motivi economici?
Secondo Antonio Clavenna, ricercatore presso il Dipartimento di Sanità pubblica dell’Istituto Mario Negri di Milano, “il fatto che un vaccino venga autorizzato dalle autorità competenti non vuol dire necessariamente che poi venga adottato da uno Stato e messo in commercio. È altresì vero che è mancato un messaggio chiaro ed esplicito da chi di dovere: il presupposto vero per aderire a una campagna vaccinale non è ridurre la circolazione di un virus, ma la necessità per determinate categorie di persone di essere protette dalla malattia”.
Sta per essere autorizzato dall’Ema un nuovo vaccino anti-Covid. Non ce ne sono già abbastanza? Perché si continua a produrli?
Da un lato alcune aziende stavano già testando dei vaccini. Nel momento in cui hanno dati promettenti l’azienda chiede alle autorità regolatrici la possibilità di autorizzare il vaccino. Come accaduto con il vaccino prodotto da Novavax che è arrivato a essere autorizzato dopo che erano in commercio altri vaccini, abbiamo vaccini sviluppati per indurre una risposta immunitaria contro le varianti oggi in circolazione che vengono autorizzati solo adesso. Se i dati documentano che c’è una risposta contro le varianti in circolazione, generalmente viene autorizzata la commercializzazione.
Il nuovo vaccino sarebbe in grado di aumentare di 15 volte gli anticorpi dopo due settimane dall’iniezione contro il virus originario, di ben 30 volte contro le varianti Beta e di 40 volte contro le sotto-varianti Omicron. Come commenta?
In realtà non abbiamo ancora dati così solidi per poterci esprimere. Quello che sappiamo dai test effettuati è che c’è un aumento degli anticorpi contro le sotto-varianti Omicron 1 e 2. Che questo però si traduca in una efficacia nel prevenire l’infezione, non abbiamo ancora dati per dirlo. In genere con l’aumento della risposta anticorporale c’è una migliore protezione.
Ma allora ha senso metterlo in vendita?
Ci sono due aspetti. Uno è che da parte di una agenzia del farmaco è obbligatorio valutare i dati prodotti. Se rispondono ai criteri che l’agenzia usa per decidere se il vaccino può essere usato sull’uomo, nel caso in cui i dati sono convincenti l’agenzia autorizza la commercializzazione. C’è poi un ulteriore passaggio. Sta a uno Stato, al suo governo decidere se mettere in vendita quel vaccino. Non tutti i vaccini autorizzati vengono usati, magari si decide di usarlo per una certa fascia di popolazione soltanto.
La campagna per la quarta dose non sta avendo i risultati sperati. Questo succede perché è passato il messaggio che il Covid non è più pericoloso?
Credo che da un lato ci sia la percezione di molti che non c’è più il forte rischio di finire in ospedale, di avere bisogno della terapia intensiva. Quindi c’è l’impressione di una situazione meno grave. Dall’altro è possibile che ci siano persone che accettano con difficoltà di continuare a vaccinarsi. Una persona che ha accettato di vaccinarsi con tre dosi con l’idea che consentisse una protezione dalla malattia, ritiene il fatto di dover continuare a fare vaccini un peso difficile da capire. È un discorso che fin dall’inizio doveva essere sottolineato maggiormente dalle autorità, cioè che la cosa più importante di una vaccino è evitare di avere delle complicanze gravi. Dopo di che, se c’è una protezione e una riduzione della circolazione questo è ottimale. Ma non è questo il presupposto vero per aderire a una campagna vaccinale.
Quale è?
Bisogna considerare questo vaccino come quello contro l’influenza. Anche con quello a volte capita che chi si è vaccinato possa prendere l’influenza, però il vaccino riduce per chi è più a rischio la probabilità di avere polmoniti o morire. Lo stesso messaggio vale per il Covid: chi è a rischio dovrebbe pensare di ripetere ogni anno la vaccinazione.
(Paolo Vites)
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