Con quali sintomi si può andare lo stesso a scuola e con quali invece si resta a casa? Una domanda fondamentale in vista del prossimo anno scolastico, soprattutto alla luce delle nuove indicazioni dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per il ritorno a scuola a settembre. Nelle indicazioni si fa infatti una precisa distinzione tra le misure standard di prevenzione che tiene conto dell’attuale quadro epidemiologico e ulteriori interventi da adottare alla luce della valutazione del rischio, prevedendo un’adeguata preparazione delle scuole che renda possibile un’attivazione rapida delle regole al bisogno.
Nel documento si precisa che gli studenti che hanno sintomi respiratori di lieve entità e sono in buone condizioni generali possono recarsi normalmente in classe, purché non abbiamo febbre e usando mascherine chirurgiche o Ffp2 fino al termine dei sintomi. Inoltre, bisogna rispettare l’igiene delle mani e l’etichetta respiratoria. Dunque, emerge una maggiore flessibilità in virtù della nuova situazione epidemiologica.
I SINTOMI CHE NON CONSENTONO DI ANDARE A SCUOLA
Infatti, nel documento Iss che è stato diffuso ieri, e riguarda le scuole del primo e del secondo ciclo, si evidenzia che soprattutto nei bambini il raffreddore è una condizione frequente, quindi «non può essere sempre motivo in sé di non frequenza o allontanamento dalla scuola in assenza di febbre». Per quanto riguarda la febbre, non si può andare a scuola se la temperatura corporea è superiore ai 37,5°C. Ci sono comunque altri sintomi che non consentono di andare a scuola.
Questo è il caso di sintomi respiratori acuti come tosse e raffreddore ma con difficoltà respiratoria, vomito (episodi ripetuti accompagnati da malessere), diarrea (tre o più scariche con feci semiliquide o liquide), perdita del gusto, perdita dell’olfatto, cefalea intensa. In presenza di questi sintomi gli esperti raccomandano alle famiglie di non far andare a scuola i loro figli in presenza. Chiaramente non ci si può recare in presenza di un test risultato positivo al coronavirus. Clicca qui per il documento integrale Iss.