Centinaia di casi tra i tifosi scozzesi contagiati dalla variante Delta dopo essersi recati allo stadio di Wembley per la partita della loro nazionale contro quella inglese; richieste da parte del nostro premier Draghi e del cancelliere tedesco Merkel di spostare la finale dei campionati europei sempre da Wembley a Roma, dove è previsto un numero di ingressi molto minore rispetto a quanti se ne attendono a Londra, 60mila; quarantena di cinque giorni imposta dal nostro governo a chi arriva dal Regno Unito in previsione della partita della nazionale inglese che si disputerà all’Olimpico di Roma sabato prossimo contro l’Ucraina.



I campionati europei tanto attesi dopo la sospensione causa Covid dello scorso anno stanno mettendo in mostra un autentico braccio di ferro tra Unione europea e Regno Unito, che grazie alla Brexit può permettersi di comportarsi come vuole. E’ vero che anche il governo inglese ha sconsigliato ai suoi tifosi di recarsi a Roma sabato e di fare il tifo davanti alla televisione, ma, come ci ha detto in questa intervista il professor Fabrizio Pregliascoricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, “già in tempi non sospetti parlavo del pericolo che la Brexit avrebbe comportato nell’ambito della pandemia e lo riconfermo oggi più che mai: fa benissimo il nostro governo a chiudere le porte ai tifosi inglesi”.



Il governo italiano ha imposto una quarantena di cinque giorni a chiunque arrivi dal Regno Unito, un modo per evitare che i tifosi inglesi arrivino a Roma sabato prossimo, portando la variante Delta. Ritiene che sia un provvedimento giusto?

Assolutamente. Siamo in una fase tranquilla che ci siamo guadagnati con il sudore del lockdown lungo, un lockdown importante che la maggioranza degli italiani ha attuato in modo corretto.

Si sono registrati casi positivi di tifosi scozzesi che si sono contagiati a Wembley. La variante Delta ci deve far paura?

Il rischio dell’arrivo della variante Delta è inesorabile, quello che possiamo fare è un’opera di tracciamento sistematico, di accelerazione delle vaccinazioni, cercando di prendere tempo, perché più tempo prendiamo meno vedremo effetti rispetto a un potenziale e possibile colpo di coda del virus.



Il colpo di coda del virus può essere causato dalla variante Delta?

Esatto. Immagino che, anche se questo colpo di coda dovesse arrivare domani, non avremo quell’impatto terribile della prima ondata, perché già la quota di vaccinati dovrebbe garantirci una situazione paragonabile a quella inglese, dove si sono verificati sì casi di contagio, ma senza gli incrementi fatti registrare nelle precedenti ondate.

Cosa suggerisce davanti a questo colpo di coda “inesorabile”?

Limitare il più possibile i contatti. In questa fase ogni singolo contatto ha una possibilità pur infinitesimale e seppur più bassa di prima, perché la massa di positivi si sta riducendo, tuttavia la possibilità di contagio c’è ancora. Un contatto va bene, tre contatti anche, quando arrivi al centesimo della giornata inciampi in quello che ti passa il virus.

Il Regno Unito non si sta comportando in modo corretto, anzi decisamente asimmetrico: impone restrizioni ai cittadini inglesi per viaggiare nell’Unione europea, ma accetta visitatori da tutta Europa. In qualità di esperto di sanità pubblica che ne pensa?

Non è certo una bella cosa. L’atteggiamento inglese non va considerato opportuno. Lo avevo già detto in tempi non sospetti e lo confermo ancor più ora.

Il nostro governo farà bene a insistere nel chiedere che la finale degli europei non si giochi a Wembley?

Sì, spero proprio che lo faccia, che si insista almeno affinché lo stadio di Londra non apra tutti i 60mila posti come vuol fare Boris Johnson.

(Paolo Vites)

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